Lo sapevate che ci sono alcune parole che non vanno assolutamente usate nelle causali dei bonifici? Altrimenti scattano subito i controlli del Fisco. Ormai tutti quanti utilizziamo i bonifici come strumento di pagamento, ma non bisogna sottovalutare i rischi connessi a ciò che si scrive nella causale. Ricordiamo che il bonifico è una transazione bancaria che consiste nello spostamento di una somma di denaro dall’ordinante al beneficiario dell’operazione. In un bonifico debbono comparire i dati che qualificano l’operazione e individuano i soggetti coinvolti (ordinante e beneficiario), i rispettivi IBAN, l’importo da trasferire nei fondi del beneficiario e la data di esecuzione della transazione. Oltre a questo, come noto, va inserita la causale, cioè la ragione dell’operazione. Questo è un passaggio di trasparenza nei confronti delle autorità che effettuano i controlli. Vediamo allora a cosa bisogna stare attenti.
Va detto che non è obbligatorio inserire la causale nei bonifici, ma se lo si fa non bisogna sottovalutare i termini che vengono usati, perché – come spiega il portale Brocardi.it, in caso di utilizzo di parole “vietate”, il rischio di controlli da parte del Fisco aumenta non di poco. Al bando perciò ci sono parole che potrebbero allarmare le autorità fiscali, come ad esempio: donazione o dono/regalo; prestito; scommesse; contanti; denaro per lavoro in nero; soldi non dichiarati; pagamento per droga; tangente. “Preferibile anche evitare parole che rendano la causale poco chiara, imprecisa o fuorviante. Meglio non scrivere, quindi, espressioni come “varie ed eventuali” o una parola molto vaga come “cose“”. L’Agenzia delle Entrate, avendo pieno accesso ai dati dei conti correnti, può utilizzarli per effettuare accertamenti fiscali al minimo campanello d’allarme. Da oggi in poi, quindi, quando dovrete fare un bonifico, fate più attenzione al modo in cui scrivete la causale, per evitare inconvenienti.
