Il leader dell’opposizione russa, Alexei Navalny, è morto all’età di 47 anni, il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin. La notizia è stata diffusa dal penitenziario in cui stava scontano una pena di 19 anni. Come si legge in un comunicato diffuso dal federale russo. «Navalny si è sentito male dopo la passeggiata, perdendo conoscenza quasi subito. Il personale medico è arrivato immediatamente ed è stata chiamata l’ambulanza. Sono state eseguite le misure di rianimazione che non hanno dato risultati positivi. I paramedici hanno confermato la morte del condannato. Si stanno accertando le cause della morte».
Successivamente il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, “sostiene che Putin sia stato informato della morte di Navalny, ma di non conoscere la cause del decesso. Il Comitato investigativo russo della regione artica di Yamalo-Nenets, dove era detenuto Navalny, ha annunciato di avere aperto un’inchiesta sulla morte dell’oppositore. Si legge in un comunicato del comitato: “Secondo la procedura stabilita dalla legge, vengono eseguite una serie di misure investigative e operative volte a stabilire tutte le circostanze dell’incidente”.
Contemporaneamente l’accusa del governo britannico che ha convocato i diplomatici dell’ambasciata russa per comunicare che le autorità russe sono ritenute “pienamente responsabili” della morte dell’oppositore del Cremlino Alexei Navalny. Il Ministero degli Esteri britannico ha affermato nella sua dichiarazione che la morte di Navalny nella sua prigione artica deve essere “oggetto di un’indagine completa e trasparente”.
Il popolo russo non resta indifferente:
“Secondo alcune notizie diffuse sui social e da alcuni canali di informazione, numerose persone sono scese in piazza in varie località della Russia, e la polizia è intervenuta effettuando arresti”.
