giovedì, Settembre 19, 2024
HomePoliticaAddio assegno unico per i figli, Meloni taglia il bonus famiglia. Mef...

Addio assegno unico per i figli, Meloni taglia il bonus famiglia. Mef frena: “Ipotesi fantasiosa”

di Olimpia  Fumagalli

ROMA — Il governo guidato da Giorgia Meloni sta pianificando una significativa revisione dell’assegno unico per i figli, con l’obiettivo di adattare la misura alla propria visione politica della famiglia. L’assegno unico, introdotto dal governo Draghi nel 2021 e diventato operativo nel marzo 2022, rappresenta una delle ultime grandi riforme a favore delle famiglie in Italia. Tuttavia, per l’attuale esecutivo di destra, la misura non funziona come previsto, genera avanzi di bilancio e ha portato a una procedura di infrazione europea, con l’Italia deferita alla Corte di giustizia dell’UE per l’esclusione dei lavoratori mobili stranieri. Il Mef, però, corre in direzione contraria e si affretta a frenare: “Fantasiosa e senza alcun fondamento l’ipotesi di tagli agli assegni per i figli in vista della prossima manovra”.

Le novità in arrivo: tagli e redistribuzione

L’idea del governo Meloni è di tagliare l’assegno base di 57 euro a figlio per le famiglie con un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) troppo alto, sopra i 45 mila euro, o che non presentano l’Isee. Le risorse così liberate verrebbero riallocate a favore delle famiglie numerose, con disabili, e con una storia lavorativa ben radicata in Italia. Inoltre, come già avvenuto con il Reddito di cittadinanza, anche il nome dell’assegno unico potrebbe cambiare.

Il quadro attuale dell’assegno unico

L’assegno unico, che ha un costo strutturale di 20 miliardi di euro per il bilancio dello Stato, è stato disegnato per coprire una fascia ampia di beneficiari, dai figli minori a quelli tra i 18 e i 21 anni, seppur con importi ridotti. Quest’anno, la misura ha già raggiunto circa 6,6 milioni di famiglie, supportando oltre 10 milioni di figli. La spesa per il 2022 è stata di 13 miliardi, salita a 18 miliardi l’anno successivo, e per il 2023 si prevede di raggiungere la cifra piena di 20 miliardi.

Il dossier per la revisione dell’assegno unico è attualmente nelle mani dei tecnici del ministro Roccella e passerà poi al vaglio del Ministero dell’Economia. L’obiettivo è di attuare una redistribuzione delle risorse esistenti senza nuovi stanziamenti, rimanendo entro il limite dei 20 miliardi di euro. Gli eventuali avanzi potrebbero essere utilizzati per finanziare il bonus alle madri autonome, una delle novità della manovra finanziaria di quest’anno.

La strategia politica dietro la riforma

La revisione dell’assegno unico da parte del governo Meloni non è una novità: già nella prima manovra a fine 2022, c’era l’intenzione di modificarlo. Parte dei “residui” dell’assegno sono stati utilizzati per il decreto bollette e solo 600 milioni sono stati reimpiegati per aumentare gli importi per i bambini nel primo anno di vita e per i nuclei con più di tre figli. La seconda manovra ha visto una riduzione di 350 milioni per chiudere la falla del Superbonus, senza alcun potenziamento dell’assegno unico.

Conclusioni: un nuovo piano per il futuro delle famiglie italiane

Con il contenzioso aperto con l’Europa sulla procedura di infrazione per il requisito dei due anni di residenza richiesti agli stranieri, il governo Meloni sembra determinato a utilizzare questa opportunità per riscrivere il Piano nazionale per le famiglie del 2022 e riformare l’assegno unico in linea con una visione sovranista. La riforma dell’assegno unico potrebbe rappresentare un altro passo verso una politica familiare più aderente agli ideali dell’attuale esecutivo.

 
RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Eventi in programma

ULTIME 24 ORE