lunedì, Settembre 16, 2024
HomePoliticaA che punto sono le guerre? 'Almeno quelle più al centro dell'attenzione'

A che punto sono le guerre? ‘Almeno quelle più al centro dell’attenzione’

domenico ocone 150x150

Appunti e spunti da Ponte di Domenico Ocone 

 

Guerre importanti anche per i risvolti economici che stanno provocando!?

Continua il viaggiare forsennato dei premier, europei e non, con l’animo di replicare il comportamento delle colombe con il ramoscello di ulivo nel becco.

Il pericolo cui vanno incontro è che in giro sono presenti cacciatori sempre pronti a sparare, anche su esemplari di specie protette e durante il periodo di chiusura della stagione venatoria.

Oggi la Premier Meloni è in Egitto soprattutto per parlare di affari con il Presidente al Sisi. Con lei saranno presenti Ursula von Der Leyen,  

Commissaria Europea e altri rappresentanti della UE. Scopo ufficiale della visita è quello di accordare a quel paese una linea di credito di 5 miliardi di euro e quella occasione sarà connotata anche dall’inizio dell’ attuazione pratica del Piano Mattei. Questa volta’ comincerà a funzionare nella versione dopo gli ultimi ritocchi del Governo, non più episodica ma continuativa. Ricordando che si tratta di tutt’altra iniziativa rispetto a quella di mezzo secolo fa, ancora oggi ricordata con la definizione “USA for Africa”.

Il Piano Mattei prevede collaborazione a doppio senso dei paesi africani con quelli europei. Sarà una collaborazione per crescere insieme, non un opera di beneficenza, che metterà in condizioni di avanzare in sincronia i paesi della UE e quelli del Continente Antico, in una forma di partnerariato il più ampio possibile.

Volendo allargare lo sguardo sugli argomenti sottintesi che oggi saranno affrontati al Cairo, non potranno mancare le riflessioni su quanto sta accadendo nel Canale di Suez, che è riconducibile da sempre all’Egitto. Anche se non direttamente, l’argomento guerra in Israele sarà tra i primi argomenti che quel tavolo di lavoro affronterà.

È necessario premettere che l’incontro di oggi, come quelli che verranno di seguito, non ha niente in comune con la Conferenza di Yalta dell’ immediato dopoguerra né con gli Accordi di Parigi di qualche anno dopo.

Basta una riflessione per mettere a fuoco l’argomento.

In quelle due città furono stabilite competenze per tracciare i nuovi confini di una parte del mondo che era appena uscita dalla guerra. Non così oggi, dove di fine dei conflitti che ancora bruciano non si ha ancora la più pallida idea, nonostante brucino sempre per gli stessi motivi, la difesa dei confini. Ritornando al Canale di Suez, stanno iniziando a venire fuori i primi dati da quando le rotte sono state sconvolte. Gli italiani sono venuti a conoscenza che, almeno fin’ora, è proprio il loro Paese che sta ricevendo maggiori danni dal nuovo dedalo di rotte che sono state aperte per la pericolosità di quell’istmo. Ancora una volta oggi, a Il Cairo accadrà qualcosa che richiama alla mente l’episodio di alcuni avventori di una cantina che si avventurarono, con disinvoltura, a fare il conto di quanto avevano mangiato e bevuto mentre l’oste era assente. Al ritorno di quest’ultimo, con il conto preparato correttamente, per quegli avvinazzati non fu facile convincersi del loro errore.

La parabola vorrebbe significare che, se non si mette presto la parola fine alle guerre in corso, ogni decisione assunta sia dai paesi europei che da quelli del resto del mondo, ricadrà sugli interessati con effetti ridotti. È sgradevole dover ammettere tale conclusione, ma al momento le cose stanno così e tutto fa presagire che i roghi che stanno bruciando non si spegneranno presto.

L’unica aggiunta che ci si deve augurare è che quei fatti di sangue non fuoriescano dai loro bacini originari andando a far danni anche altrove.

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Eventi in programma

ULTIME 24 ORE