domenica, Settembre 8, 2024
HomeRubricheUno sguardo da PonteA che punto è la notte...?

A che punto è la notte…?

domenico ocone 150x150 1

Ieri, Festa della Repubblica, è stata l’occasione per ascoltare alcune riflessioni, anche profonde, sullo stato di salute della festeggiata, l’Italia.

Oltre la retorica, inevitabile in giornate come quella del due giugno, sono state diverse, mai troppe, le considerazioni di coloro i quali conoscono bene i fatti di casa Italia. Sono gli stessi che possono spingersi a tanto perchè in grado di “sentire” il polso della situazione lì dove trae origine. Tutto ciò è possibile perché essi, pur con spirito diverso, sono deputati anche a tanto.

Ne consegue che, se da una fonte bisogna attingere, tanto vale farlo da quella più qualificata: la Presidenza della Repubblica. È così che, senza indulgere in espressioni che sarebbero potute essere, ora più che mai, interpretate “liberamente”- con la modalità che nella Roma di Cesare sarebbe stata definita “ad sententiam” – il Presidente Sergio Matterella ha parlato. Più precisamente ha letto quanto aveva scritto insieme ai personaggi che lo assistono. Ha preparato cosi per quanti interessati alle sorti del Paese un brodo ristretto e saporito, non una minrstrsa dal sapore indefinibile. La Festa della Repubblica quest’anno è capitata a distanza di circa una settimana da una tornata elettorale molto importante, quale sará quella della fine della settimana prossima per il rinnovo del Parlamento Europeo.

Il Presidente della Repubblica ha così evidenziato l’importanza del voto e di compiere il dovere non solo per gli Italiani, ma per tutti gli europei: recarsi alle urne. Si può provare a riassumere alcuni dei concetti, tutti importanti. pronunciati dal Primo Cittadino il giorno prima, al Quirinale. Proprio per quanto riguarda la UE, Mattarella ha preso lo spunto per rivolgersi agli italiani con l’invito a comportarsi come fecero i loro predecessori settantotto anni orsono. Fu così che scelsero di vivere in un Paese dall’ ordinamento repubblicano.

Ha aggiunto il Presidente che, tra coloro che aderìrono fin dall’inizio alla realizzazione della UE, ci furono anche degli italiani. Erano i successori di quelli che avevano redatto il Manifesto di Ventotene, il preliminare dell’ atto costitutivo di quella che sarebbe stata l’ Europa Unita. Un primo atto sarebbe stato firmato a Roma solo nel 1957. Le derive violente che si stanno verificando in tutto il mondo corrispondono ai punti di rottura dei malessere profondi avvertiti dovunque, incluso il Paese. Sarà sempre più importante, quindi, che la pace sociale non solo in Italia ma dovunque nel mondo, sia trattata con particolare cura. Anche per ottenere risultati del genere è necessario essere uniti e compatti. Peccato che il Capo dello Stato, pur presenziando il giorno precedente, alla Cerimonia al Quirinale con i diplomatici straneri, non si sia pronunciato anche se solo con un passaggio del suo discorso sulla necessità di avere anche un Esercito Unico Europeo. Nella Roma antica, militarizzata più che mai, era tenuta nella massima considerazione l’espressione” se desideri la pace, tieniti pronto a far guerra”.Da allora a oggi è cambiato poco.

A osservare bene, niente del tutto. Così facendo, per i cittadini europei sarebbe stato più facile credere nella espressione cult di Eduardo De Filippo “Adda passà a nuttata”.

Al momento il tutto è fermo a mezzanotte.

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Eventi in programma

ULTIME 24 ORE