mercoledì, Ottobre 2, 2024
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– MILANO – Meno…35mila molti…in fuga dalla città. Verso la campagna.

Milano dà segni di schizofrenia.

Gli affitti delle case sono alle stelle, tutti cercano casa.

Ma c’è anche chi fugge:
nel 2023 sono oltre 35 mila che hanno cancellato la residenza a Milano.

Che sta succedendo?

# «Il mio palazzo 10 anni fa era tutto abitato, ora siamo rimasti in due»

Tra chi è rientrato a Milano c’è Antonio.

Dopo 10 anni a Malta ha deciso di ritornare nella città madre.

Che stenta a riconoscere: «Il mio palazzo di corso Magenta», racconta, «quando sono partito era tutto abitato.

Ora a viverci siamo in due.»

Il resto?
«Sono vuoti o lasciati ad affitti brevi».

E aggiunge: «Ho notato che questo è abbastanza frequente.
Soprattutto nei palazzi del centro».

Alle impressioni individuali si aggiungono gli ultimi dati Istat relativi al 2023: in un anno hanno lasciato Milano 35 mila residenti.

Il 2,6% dei residenti, oltre 35 mila persone, hanno cancellato la residenza nel 2023 per trasferirsi altrove.

Questi gli ultimi dati ISTAT che mostrano come il fenomeno sia diffuso in tutta la Lombardia. Le prime per “fuga di residenti” sono Como e Pavia con il 3,8% di residenti in meno, seguite da Mantova e Varese.

Meglio va per Milano che però conferma la stessa tendenza che potrebbe rinforzare il luogo comune che a Milano di milanesi ce ne siano sempre meno.

Ma dove vanno i milanesi? Pochi scelgono l’estero (sotto il 5% di chi se ne va), più o meno il doppio si trasferiscono fuori regione.

La maggioranza si sposta poco: nell’hinterland o in altre province lombarde.

Aumenta il numero di milanesi che vanno a vivere in paesi più piccoli.

Tra i motivi principali ci sono la ricerca di una migliore qualità della vita, la maggiore libertà consentita dallo smart working e, naturalmente, i minori costi.

Tra l’altro si tratta di un dato probabilmente sotto stimato:
sono numerosi i milanesi che mantengono la residenza in città pur scegliendo di vivere altrove.

# Milano sta diventando una città di ricchi e di turisti?

Un’altra tendenza, infatti, è di trasferirsi in una seconda casa o in affitto in località meno care, ma mantenendo la residenza a Milano.

In questo modo si può lasciare l’appartamento di proprietà per affitti brevi o comunque mantenerlo come pied-à-terre occasionale, ma scegliendo di vivere in luoghi più congeniali per costi o qualità della vita, conservando comunque i vantaggi della residenza soprattutto per poter entrare, muoversi e uscire con una maggiore libertà dalla città, aggirando le limitazioni per Area B, area C e parcheggi per i non residenti.
Se quello che rileva la testimonianza di Antonio sia un fenomeno in crescita potrebbe segnalare un allarme per il futuro di Milano.

Che potrebbe lentamente trasformarsi da città motore dell’economia a una città d’arte vissuta da turisti e da ricchi proprietari immobiliari.

Fatto che rischia di compromettere numerosi punti di forza della città, oltre che modificare fortemente il tessuto sociale.

Se si tratta di un fenomeno occasionale o di un trend strutturale lo si capirà nei prossimi anni.

( Redazione – Milano Cittàstato )

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