venerdì, Settembre 27, 2024
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Ora parla Putin: “Se attaccati, useremo l’atomica”. Messaggio choc all’Occidente

di Paolo Cagnoni

Nell’ultimo periodo, sul fronte della guerra fra Russia e Ucraina si è assistito a un certo movimentismo Occidentale. La scorsa settimana il Parlamento europeo ha votato l’autorizzazione all’uso di armi a lungo raggio contro Mosca da parte di Kiev. Ieri Zelensky, in visita a Washington, ha illustrato il suo “piano in 5 punti” per vincere la guerra. Piano che consiste essenzialmente nell’aumento del coinvolgimento degli Usa e della Nato nel conflitto.

Un’evenienza che il Presidente Usa Biden e i sui temono, e infatti su aspetti come l’autorizzazione all’uso di armi americane in territorio russo da parte di Kiev hanno frenato. Ancor più irricevibile, per ora, la richiesta di Zelensky di entrata dell’Ucraina nella Nato. L’Alleanza Atlantica non può accogliere un Paese impegnato in una guerra, semplicemente perché a quel punto entrerebbe essa stessa in guerra.

putin zelensky

Putin risponde alle “provocazioni” occidentali

Di fronte a questa escalation da parte occidentale, si aspettava prima o poi una risposta russa. Che alla fine è arrivata ieri sera, per bocca dello stesso Putin. Ed è una risposta raggelante per chi sperava in uno stemperarsi delle tensioni. Dopo settimane di silenzio di fronte a quelle che Mosca considera “provocazioni” da parte dall’Occidente, il leader del Cremlino ha rotto il silenzio.

Con una mossa che potrebbe cambiare gli equilibri geopolitici mondiali, Putin ha presieduto pubblicamente – per la prima volta dall’inizio della guerra – una riunione del Consiglio di sicurezza russo dedicata alla deterrenza nucleare. Durante l’incontro, lo Zar ha espresso chiaramente la sua intenzione di adattare la politica nucleare della Russia alle “realtà attuali“.

“Se attaccati, useremo il nucleare”

Nel corso della riunione, Putin ha esplicitamente dichiarato che una “minaccia critica alla sovranità della Federazione Russa“, anche con armi convenzionali, costituirebbe una “base legittima per una risposta nucleare“. Si tratta di un chiarimento importante, nonché di un’escalation preoccupante nel tono della retorica russa. Perché Putin che non si limita più a considerare l’uso del nucleare solo di fronte ad attacchi atomici, ma anche in caso di aggressioni convenzionali.

Il Presidente russo, poi, ha fatto un’affermazione che coinvolge tutto l’Occidente: qualsiasi potenza nucleare che appoggiasse un attacco di un altro Paese contro la Russia verrebbe considerata come “partecipante all’aggressione.” Un chiaro avvertimento rivolto non solo ai Paesi Nato, ma a qualsiasi potenziale alleato delle nazioni che potrebbero entrare in conflitto con la Russia.

Attacchi con missili e droni

Un altro aspetto chiave della riunione è stato il riferimento alla Bielorussia. Putin ha indicato che qualsiasi aggressione contro il territorio bielorusso sarà trattata come un attacco diretto alla Russia, con implicazioni potenzialmente catastrofiche. Il leader del Cremlino non ha specificato se la risposta a un attacco in Bielorussia potrebbe includere armi nucleari, ma lo ha lasciato intendere: la Russia è pronta a difendere i suoi alleati con ogni mezzo necessario.

Non solo: Putin ha sottolineato che anche un “lancio massiccio di armi d’attacco aerospaziali“, inclusi missili e droni, contro il territorio russo potrebbe essere una causa scatenante per una risposta nucleare. Un avvertimento che accresce la tensione e che, militarmente, amplia il campo d’azione in cui la Russia potrebbe considerare l’uso del suo arsenale nucleare.

La guerra in Medio Oriente

Mentre la situazione in Russia e Ucraina continua a deteriorarsi, con un’escalation che cita ormai apertamente il ricorso alle armi atomiche, ciò che accade in Medio Oriente aggiunge un ulteriore elemento di incertezza. La guerra in corso nella regione, con la sua complessità e violenza, sembra essere ormai fuori controllo.

Le conseguenze, se si verificasse l’entrata nel conflitto di un Paese come l’Iran, potrebbero essere disastrose. Uno scenario globale già gravido di tensioni, che rischia di diventare ancora più angosciante se le Superpotenze non troveranno vie diplomatiche per disinnescare la situazione.

 

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