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Maria Teresa Liuzzo ” …E adesso parlo! ” – di Pasquale Montalto

Dal dolore l’arte della parola e la nascita della capacità del perdono e dell’amore

(Maria Teresa Liuzzo E adesso parlo!, AGAR Ed.ce, Reggio Calabria, 2019, pp. 160, Romanzo)

 

La scrittrice Maria Teresa Liuzzo si è avvicinata e l’ho conosciuta attraverso un dono, il suo ultimo libro romanzo E adesso parlo! (Reggio Calabria, 2019) che narra la storia di Mary una bambina di cinque anni, bastonata dai genitori e dalla vita fino a tarda età, allorché la morte iniziò a soffiare sul cuscino dei suoi aguzzini così forte da farla crollare e impazzire, e… al posto della vendetta ecco allora spuntare come risvolto la decisione: E adesso parlo!

Mary si sentiva come un seme rifiutato dalla terra, cancellato da un battito di denti, mentre il suo cuore inventava alibi e celebrava fughe (…) Nessuno di voi che leggerà questo scritto potrà mai immaginare cosa sia stata la vita di Mary, questa vita puttana che la stessa Mary ha finito col detestare e maledire, con l’uccidere troppe volte … Ora la morte assume una nuova identità e adesso …parla! (…) La vostra malvagità si è trasformata in amore, un amore voluto dal cielo, non si è trasformato in odio come voi speravate! … Se io avessi parlato prima, oggi non sareste qui e neppure i vostri figli e i vostri nipoti … Il mio doloroso tunnel nelle sale operatorie. Io vi perdono … Provo pietà per voi, perché non avete ancora capito che non si vive di solo pane … Io vi perdono anime malvage perché il mio cuore ha tanto amato (cfr. pag. 33, 132, 136-137).

Un’esistenza incredibile, al di fuori di ogni immaginazione, che si fa fatica ad accettare e seguire nella narrazione, forte in ogni riga dell’evolversi delle vicende e descritta con coinvolgimento e tanta partecipazione emotiva e realismo. Un romanzo, una storia ingiustificabile sul piano della realtà, talmente strazianti sono le vicende proposte in lettura. Un romanzo di storia familiare esecrabile, duro da leggere e che scatena emozioni e reazioni istintive e primordiali, a causa degli orribili contenuti di familismo amorale, di ingiustizia, di manipolazione e possesso, di incesto e utilizzo strumentale ai danni di una giovane ragazza e poi donna da controllare e alla quale togliere ogni dignità e diritto alla libertà.

In questa narrazione di fatti e reali e romanzati la Liuzzo scrittrice introduce tutto quello che di più terribile e mostruoso la mente diabolica dell’uomo indiavolato possa concepire. Una realtà di cui, per quanto trasposta sul piano della finzione, scatena ripugnanza e rigetto nell’animo d’ogni persona. Perché allora dirla questa storia, perché raccontarla … è proprio questo il punto dove la scrittrice vuol arrivare e portare il lettore. Un punto estremo dove non sia più possibile starsene in disparte da spettatore, bensì si renda necessario schierarsi e prendere posizione, operare una scelta fra il Bene e il Male, decidendo da che parte stare.

Ci si spaventa anche a seguire tutte le vicende di Mary e ci si chiede come abbia potuto succedere l’evolversi di una storia del genere, senza possibilità di poterla arginare prima, prima che la deriva diventasse un vortice devastante. E’ pure lecito chiedersi come abbia fatto l’autrice del libro Maria Teresa Liuzzo ad entrare così minuziosamente e profondamente all’interno del dolore di Mary e al bruciore delle sue aperte ferite, si fisiche ma anche psicologiche ed esistenziali, e come tutta l’immane sofferenza di questa giovane donna abbia fatto a diventare scrittura da proporre alla comprensione della ragione umana, della mente e del cuore e dell’energia del vivere.

Io credo che ci troviamo di fronte sì ad una scrittrice che, attraverso la narrazione delle vicende descritte nel romanzo, ripercorra le angherie e i soprusi storicamente compiuti dall’uomo verso la donna, avvicinandoli all’attualità della difficile, triste e dolorosa condizione umana e sociale dell’odierna questione femminile; ma è possibile anche ipotizzare, per come quasi sempre accade, che il romanzo parli dell’Autrice: una donna coraggiosa e che ha conosciuto tutte le sfumature della scala della vita, in negativo e in positivo, e che ora semplicemente e in serenità e saggezza vuole offrire il frutto del suo dolore, del suo calvario, di un percorso trasformativo e rigenerante che si pacifica col suo cuore magnanime e generoso, per generarne bellezza da diffondere in ogni angolo dell’amata terra. Non si spiegherebbe altrimenti come una storia di mostri, gli stessi genitori, e di terrore, gli stessi fratelli e sorelle, i parenti tutti, non abbia generato distruttività, vendetta e odio, non sia sfociata soprattutto in tragedia, visto che ne aveva tutti i connotati; ma alla fine invece tutto abbia trovato il verso della strada costruttiva e dell’operosità riparativa, della conversione del male in bene, sprigionando energia vitale e amplificando risvolti produttivi riguardo alla creatività artistica, inondando d’amore il mondo delle lettere, dell’arte e dell’esistenziale traducibile in condivisibile sviluppo di coppia e sana famiglia.

In uno stile discorsivo e dialogativo avvincente Maria Teresa Liuzzo scrittrice produce sì un bel romanzo, che tiene il lettore col fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina, nella trama, con continui colpi di scena, che mettono in dubbio lo stesso senso del vivere; ma, brava la Liuzzo nella scorrevolezza della penna, crea e inserisce nel marciume umano anche tante pagine di vera poesia, che parlano al cuore e all’animo del lettore con delicati sentimenti e sereni colori del paesaggio e della natura che allietano e rendono meno amare le note dolenti del vivere. Quell’Adesso parlo! viene allora il sospetto che la Liuzzo lo colga in parte, e per come magnificamente trasposto negli accenti letterari, dalla sua stessa vita, dai suoi vissuti e dalla sua esperienza. D’altronde la similitudine del nome Mary – Maria rinvia verso quest’accostamento. E lei stessa parla di “dolorose memorie”, nel dedicare il libro al figlio.

Ma non è questo il punto. Certo ogni scrittore, poeta, artista, non può che riversare sé stesso in quello che scrive, narra, pittura, compone. Ma sempre nella finalità di avvicinarsi sempre più alla comprensione del mistero dell’esistenza, del vivere, nonostante la difficoltà delle prove a volte difficili, al limite della sopportazione umana; ben sapendo che l’arte letteraria, la creatività artistica richiede una buona dose di energia magica che nasce dal dolore, non tradotto in vittimismo, né in masochismo, ma in colorazioni che inseguono il patto pacifico dell’arco-baleno.

E’ certo comunque che sia un romanzo non un’autobiografia. Anche se a questo punto, considerando la densità dei vissuti narrati la Liuzzo potrebbe seriamente pensare alla stesura dei suoi dati autobiografici per farne una narrazione di grande valore e di grande insegnamento, sicuramente un dono di grande significato verso chi vuol avviarsi ad indagare e confrontarsi con i motivi reconditi del vivere e della vita, lungo il crinale della fenomenologia esistenziale e dei valori e principi nella ricerca delle leggi della vita, per creare viatici di salvaguardia ecologica, ambientale e mentale e spirituale.

Un romanzo che di diritto si inserisce nella complessità contemporaneità della più valida letteratura e che porta dentro una grande lezione e di scrittura e di vita, tutta racchiusa nell’evolversi della crescita di una ragazza, tutta indirizzata alla realizzazione del valore dell’amore e del perdono.

L’amore di Mary aveva deciso di rimanere fedele a sé stesso e a quel Daimon, che lei immaginava, creato dalla sua fantasia come un dio e un angelo … aveva il nome di Raf, del suo Raf … ed era lui la sua voce … Raf: l’amore che immaginava e di cui si era innamorata (…) Mary e Raf si incontrarono ancora … l’amore sognato, l’amore di sempre, il segreto dell’amore, il grande amore, unico, singolare che legava Raf e Mary (…) Non pensare che io abbia bisogno del tuo corpo: ho bisogno del tuo amore … Mary e Raf erano gocce d’acqua pura che inumidivano gli occhi liberando dal sole le parole (cfr. pag. 44, 65, 107).

        Pasquale Montalto

 

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