domenica, Settembre 22, 2024
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Più conosco gli uomini, più amo gli animali. Con il tempo la validità di tale pensiero si è confermata.

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Già quattro secoli prima di Cristo, il filosofo greco Diogenes da Sinope era solito ripetere che, man mano che approfondiva la conoscenza dei suoi simili, si accorgeva che era preferibile dedicare quello stesso tempo agli animali. Chi ha tenuto in caldo l’espressione in epoca moderna è stato Totò che, fino all’ultimo fu un grande “amico degli animali”. In effetti si ripetono dal tempo che fu, quasi senza pause significative, particolari attività di relazione tra gli umani quando sono di fronte a tutto quanto è per loro appetibile.
Il fenomeno, abbastanza evidente, è comune a tutte le popolazioni del pianeta, pur
manifestandosi con diverse
espressioni tenute insieme da un particolare collante, l’auri sacra fames. Tali modi di fare spaziano da questioni di lana caprina a problemi di portata intercontinentale e, nel corso dei secoli, non hanno conosciuto ridimensionamenti significativi, piuttosto il contrario. Si arriva così al primo secolo del terzo millennio, anche se ancora all’ inizio, in cui, come sosteneva già nel Medio Evo Francis Bacon, resiste la sua affermazione “homo hominis lupus”. Con buona pace di quella razza di bestie tra di esse quasi inoffensive. Anche
attualmente sono in corso contrasti più che cruenti che hanno qualcosa che rende ancora più intollerabile il loro perdurare: la violenza e la crudeltà, che sono connaturate a essi. Una prima considerazione, negativa, che viene in mente è che non c’è tra le specie animali, una che uccida se non per lo scopo di nutrirsi, come ha ricevuto nel tempo indicazioni da madre natura. Un’ altra riflessione, con molta probabilità di tipo ancora più esecrando di quella appena accennata, è che la violenza mortale che avanza a piè sospinto e in maniera trasversale attraverso le popolazioni, nel Paese sta avendo un forte incremento.
Non passa giorno in cui non si hanno notizie di morti violente, soprattutto declinate al femminile. Non risparmiando i minorenni, anche quelli in età infantile. Si potrebbe continuare a elencare a oltranza senza trovare motivazioni che possano rendere comprensibile tale tragica evoluzione. Solo per dare ulteriore visibilità a quanto è già in buona parte noto, basti pensare a ciò che accade nei paesi in guerra e in quelli che li supportano. Oltre al fuoco scatenato dalle fazioni con regolare armamento, non si contano gli scontri, gli attentati e le rappresaglie compiuti da singole persone e da formazioni irregolari. Essi restano fuori dalle convenzioni specifiche che, dal secolo scorso, sono state ordinate sistematicamente dopo essere state ratificate dai paesi che le hanno condivise. Tra quei facinorosi si contano principalmente forme di fanatismo esasperato e, in maniera paritetica, gli interessi personali. L’unica indicazione che rispettano è: ‘vinca il peggiore!” Oggi è domenica, in teoria giorno di riposo fisico e psichico. Quanto fin qui esposto non deve essere paragonato a combustibile versato sul fuoco, che finisce per alimentarlo di più. Vale sempre l’indicazione che si scambiavano i ben pensanti di Roma al tempo dei Cesari: “est modus in rebus”, un invito alla moderazione. Per rispettare quanto è contenuto in quella frase, per ora è bene fermarsi qui. Buona domenica, con l’augurio di ritornare più in là sull’ argomento.

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