giovedì, Settembre 19, 2024
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Gli articoli pubbliredazionali: riflessioni e consigli utili

Nel mondo del giornalismo esistono gli articoli “classici“, detti redazionali e quelli redatti similarmente ad un normale articolo di giornale, ma che, di fatto, sono un’informazione pubblicitaria impaginata: questi sono i pubbliredazionali.

pubbliredazionale istruzioni per usoDato che si tratta di pubblicità, non è gratis e in questo non c’è niente di male. I giornali (cartacei o digitali che siano) sopravvivono anche così.
Non si può, infatti, limitarsi a pubblicità pura, con trafiletti, paginoni o copertine, ma è giusto (e se ben fatto, anche elegante), raccontare una realtà, un evento, un professionista o un imprenditore, con un pubbliredazionale.

Che vi sia, poi, maggior o minor “eleganza” nel far trasparire la parte “pubbli”(citaria) del redazionale (che comunque deve esser sempre segnalato con apposita dicitura), sta alla delicatezza (ed alla professionalità!!) di chi ha realizzato il contenuto.

In tanti vorrebbero (illudersi di) essere tanto importanti, da meritare l’attenzione di un editore e di una redazione, a tal punto da meritare un’intervista e un articolo in forma del tutto gratuita.

Ciò è forse dovuto al fatto che ancora oggi si è portati a pensare che l’editoria sia una sorta di mondo “fatato”, avulso dalle regole del commercio e magari finanziato integralmente dalle casse dello Stato. Ovviamente (salvo rarissimi casi) non è così già da parecchio…

Per carità, può anche capitare di essere intervistati senza pagare, ma ciò è abbastanza difficile, circoscritto a determinati eventi di rilevata importanza o per specifiche esigenze editoriali (ad esempio, se vi fosse uno spazio da riempire all’interno di un giornale/sito/rivista, oppure il vostro intervento si situasse ottimamente all’interno di un approfondimento più ampio).

Il contenuto creato in tal modo (stavolta in forma gratuita) permetterà comunque all’editore di monetizzare in altro modo (pubblicità da parte di altri, pay-per-click, maggior numero di copie vendute, etc…).

Oltre ad esser casi (come abbiamo già detto) piuttosto rari e spesso studiati a tavolino, questi possono essere anche realizzati con la logica del “do ut des“: “oggi è gratis, ma sappi che sei in debito…”

Anche perché, attenzione: chi si crede così unico e speciale da meritare sempre tutto solamente gratis, finirà per essere rapidamente bollato come un presuntuoso braccino corto e nel mondo del giornalismo, le voci corrono rapide… Così facendo, chi oggi potrebbe esser sinceramente interessato a voi, ma comunica per professione e non per gioco, difficilmente domani vi ricontatterà.

Fatte queste premesse, esistono poi vari modi per pagare un publiredazionale, tra cui anche il baratto. Supponiamo, ad esempio, che voi abbiate (o siate il responsabile di) un albergo o una spa e non vogliate pagare (in toto o in parte) la cifra che vi è stata richiesta per un pubbliredazionale: ecco allora che potreste benissimo proporre un “cambio merci”, invitando il direttore della testata, o il giornalista che vi intervisterà, direttamente all’interno della vostra struttura per beneficiare di un soggiorno o di un trattamento.

Magari non state pagando in “vil danaro”, ma state comunque pagando. Per non rischiare di passare per ipocriti (rasentando il ridicolo), è meglio, allora, evitare di ringraziare pubblicamente la testata su cui poi è apparso il vostro pubbliredazionale. Si può benissimo dire che avete avuto il piacere di incontrare “tal dei tali” e che dalla vostra chiacchierata ne è emerso un determinato articolo (o contenuto web che può anche essere un video), complimentandovi con la testata/l’autore per la professionalità, ma senza lasciar trapelare che si sia trattato di un’attenzione gratuita.

Inoltre, attenzione: non è tutto oro quel che luccica!
Spesso è bene condurre qualche ricerca sull’editore/autore, soprattutto se fosse stata chiesta una cifra importante (o troppo bassa) rispetto a quanto offerto.

Ecco, dunque, alcune domande che vi consigliamo di fare:
Da quanto esiste quel giornale/sito?
Che pubblico ha?
Che numeri ha?
Se si tratta di un sito, quanti sono i visitatori unici?
Quante interazioni ha e con che frequenza?
Ha una presenza anche social? È ben curata (interazioni, folllower reali, etc…)?
Chi è l’editore?
Chi è il giornalista che condurrà l’intervista?
Cosa si trova sui loro confronti?
Nel caso di un giornale cartaceo, qual è la tiratura dichiarata?
Chi lo stampa? 
Come e dove vengono distribuite le copie?
A che prezzo?
È possibile visionare alcune copie degli ultimi anni?
Si conoscono alcune delle persone che sono apparse già all’interno di quella rivista?
Posso scoprire se hanno pagato (e quanto)? Come si sono trovate? Che reale vantaggio ha portato alla loro attività?

Infine, posso avere rassicurazioni dal mio ufficio stampa o da qualche contatto fidato sull’editore e sul giornalista con cui mi sono interfacciato e/o mi dovrò interfacciare?

Il tesserino da giornalista, infatti, può non esser sufficiente a garantire la realizzazione di un pezzo perfetto per le mie esigenze, oltre ad un impatto mediatico veramente importante su un pubblico a target per la mia realtà.

pubbliredazionale

Ultimo appunto: è bene considerare che per riviste cartacee periodiche (mensili/bimestrali/trimestrali/quadrimestrali) stampate nell’ordine di qualche migliaio di copie, difficilmente i costi di copertina+articolo sono inferiori agli 800/900 euro. Se vi vengono chieste cifre molto diverse… insospettitevi!!

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