di Paolo Cagnoni
Era un cittadino argentino di 38 anni e si era trasferito dal suo Paese in una casa occupata alla Magliana, subaffittata a sudamericani, per motivi che non sono stati ancora chiariti. Jorge Adrian D’Alessandro, come riferisce Repubblica, è stato trovato morto domenica pomeriggio dentro un’aiuola in via dell’Impruneta. E’ volato giù da una finestra, ma la traiettoria della caduta amplifica il giallo che accompagna la tragica fine dell’uomo, trovato con i piedi rivolti verso il palazzo. Perché non sarebbe compatibile con la posizione del balconcino della sua stanza, sul quale è stato trovato un tavolino. Il 38enne nella caduta non ha perso sangue, perché il suo volo sarebbe stato attutito da due piccoli alberi prima di schiantarsi a terra. Secondo un testimone, D’Alessandro sarebbe caduto non dal suo balconcino, ma dal nono piano. Solo che per per arrivarci, secondo una residente, avrebbe dovuto fare tutto il giro del palazzo, perché non c’è un accesso diretto con la scala dove abitava il 38enne argentino. Qualcuno dice di aver sentito delle urla, una lite, una porta sbattuta. Altro mistero: quando sono intervenuti i poliziotti, che hanno messo sotto sequesro lo zaino e il telefonino di D’Alessandro, in casa non c’era più nessuno. I coinquilini si erano volatilizzati.
Una morte che ricorda in modo impressionante quella di Ciccio Barbuto, all’anagrafe Francesco Vitale, il dj pugliese con molte frequentazioni equivoche che nel 2023 si lanciò dalla finestra di un appartamento affittato da criminali di bassa lega, su incarico di un boss della mafia albanese, e adibito a sala delle torture. Vitale era coinvolto in affari di droga si era indebitato per mezzo milione di Euro. La sua morte aveva portato alla luce un giro sinistro di personaggi legati alla nuova criminalità romana. Ora gli investigatori della squadra mobile e del Commissariato San Paolo vogliono vederci chiaro, capire se fra i due casi ci sono collegamenti, scoprire perché D’Alessandro si fosse trasferito nell’appartamento al civico 21. Nessuno lo conosceva e nessuno lo aveva visto prima di domenica. “Era venuto sabato sera a vivere qui, non so nemmeno come si chiamava”, ha raccontato Grazia, una coinquilina peruviana del 38enne che la mattina lo aveva intravisto prima di uscire. “So che doveva iniziare un lavoro, doveva andare a fare la vendemmia e lo avrebbero chiamato fra pochi giorni. Piangeva per il lavoro, ci hanno detto che forse era depresso, ma di più non sappiamo. Aveva già pagato l’affitto per tutto il mese”.
Dietro a questo misterioso incidente, dunque, ci sono diversi scenari possibili. Il fatto che D’Alessandro si fosse trasferito all’improvviso, fa pensare che potesse essere in fuga da qualcuno. La testimonianza sulla sua disperazione, o depressione, aggiunge un altro tassello che potrebbe portare a una diversa interpretazione. Secondo Repubblica, “lo scenario dietro la morte è quello del racket delle occupazioni abusive, con le case in mano ai capi bastone, che le subaffittano illegalmente agli stranieri facendogli pagare il posto letto. Gli inquilini sono quasi tutti sudamericani“. Come Jorge, che “era stato appoggiato temporaneamente nell’abitazione di via dell’Impruneta da una ragazza italiana”. Ora sarà compito delle Forze dell’Ordine cercare di fare chiarezza su un caso intricato, che contiene diversi misteri e che ha portato alla morte di un uomo per ragioni ancora sconosciute. Gli investigatori sono chiamati a rispondere alla domanda più importante: cioè, se D’Alessandro è stato ucciso (e perché) o se il suo è stato un gesto volontario.
