giovedì, Settembre 19, 2024
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Sulla cittadinanza l’Unione Europea è fuori dal dibattito

di Gianluigi Paragone

La metto giù piatta: in Italia la maggioranza di governo è ad un passo dalla crisi di nervi per una questione che in Europa manco esiste, ed è paradossale. Non vi sembra infatti quantomeno bizzarro che da anni si discute sulle modalità di acquisto della cittadinanza italiana rispetto soprattutto ai giovani figli di stranieri, e di contro la tanto strombazzata Europa, quella costruita per le giovani generazioni, non abbia un documento comunitario? Ius soli, ius sanguinis, ius scholae: l’Unione è fuori dal dibattito.
L’Europa ha una moneta comune ma non ha una cittadinanza comune, né produce il diritto ad un passaporto europeo. Eppure la retorica è sempre stata assai generosa a favore della generazione Erasmus: a loro hanno promesso, diritti, pace, lavoro, superamento dei confini… Invece, ecco che l’Erasmus rischia di saltare se un paese membro dell’Unione non riconosce la cittadinanza.093502802 17065a3b c83a 47bb b8d3 d4f4f1b6ba24

Ho già detto come la penso sul tema dello ius scholae: chi lo vuole deve prima difendere il principio di una didattica finalizzata alla costruzione dell’identità italiana e contestualmente deve ridare al personale – dai presidi agli insegnanti – quel ruolo di autorità che oggi è minato dai peggiori comportamenti. Quanto allo ius soli, per quel che mi riguarda, non è praticabile nella realtà delle cose al di là della retorica politica.

 

Ribadito dunque quel che penso sul tema d’attualità, torno alla questione: ma perché l’Europa non riconosce una cittadinanza europea? Com’è possibile che nel portafogli abbiamo una moneta comune ma non un documento di identità o un passaporto che espliciti una serie di diritti e di doveri legati allo status di cittadino europeo. L’Europa produce un parlamento eletto dal popolo, no? Scarica il peso della propria architettura istituzionale sulla Commissione e sul Consiglio europeo; ha una giustizia cui i cittadini possono rivolgersi; e allora, perché non c’è una cittadinanza e quindi un dibattito sulle modalità di acquisto della stessa?

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È semplice: perché non ha mai riconosciuto un suo popolo. L’Europa – come ho più volte detto e scritto – ha una maledizione da cui non esce: è priva di legittimazione popolare e quindi se i cittadini non hanno mai avuto il potere di legittimarla direttamente per via referendaria (anzi, quando lo hanno fatto, a Bruxelles hanno visto i sorci verdi), quei cittadini non sono “il” popolo europeo, non costituiscono “il” popolo dell’Europa. Di contro essi sono e continuano ad essere il popolo dei singoli Stati, i quali però vengono svuotati di poteri e di funzioni dall’Unione europea secondo dinamiche di establishment.

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Per chiudere. L’Unione europea, come ho scritto nel mio libro “Maledetta Europa”, non è uno Stato e ha sbattuto i popoli fuori dal proprio più intimo peristilio. Al di là della retorica tipo “Siamo tutti europei”, non c’è un documento che ne sancisca la veridicità dell’espressione. Che a questo punto è la prima fake che andrebbe denunciata…

 

 

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