venerdì, Settembre 20, 2024
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Le donne non potranno più emettere suoni”. Afghanistan, l’ultima imposizione dei Talebani

di Paolo Cagnoni

 

In un mondo ormai globalizzato, in cui le persone e le merci si muovono liberamente da un estremo all’altro del globo, esistono ancora enormi differenze culturali fra le diverse popolazioni. E quando si parla di differenze culturali, ci si riferisce anche (o soprattutto) alle abitudini, alle leggi e al rispetto dei diritti umani degli individui. Un concetto che nella società occidentale è ormai dato quasi per scontato, perlomeno quando si parla di civile convivenza fra i cittadini. Ma che altrove è interpretato in modo molto diverso. Così, mentre noi disquisiamo di inclusività e di tutela dei diritti, in Afghanistan i Talebani hanno deciso di applicare nuove regole per stabilire ciò che le donne possono o non possono fare. E la lista di ciò che è permesso si va sempre più assottigliando. E’ notizia recente, infatti, che agli esseri umani di sesso femminile è proibito persino far sentire la propria voce in pubblico. Letteralmente.

afghanistan

Per “combattere il vizio e promuovere la virtù”, come ci informa la Associated Press, che ha pubblicato le nuove leggi approvate dalla Guida Suprema, le donne non potranno più mostrare il viso in pubblico e la loro voce, considerata “intima e melliflua“, non dovrà essere udibile in luoghi pubblici. Alle ragazze è vietato cantare, recitare e anche leggere ad alta voce in pubblico. Alle donne è vietato anche guardare gli uomini che non sono legati loro da vincoli familiari o di matrimonio. Per gli uomini le richieste sono più semplici: divieto di indossare pantaloni sopra il ginocchio e obbligo di cura della propria barba. Inoltre, nella società talebana sono vietati la musica, l’adulterio, le scommesse e l’omosessualità. Le pene previste vanno da semplici multe all’arresto, e chi trasgredisce ripetutamente sarà giudicato in tribunale. A conferma della rigidità delle norme, la notizia che solo nell’ultimo anno “più di 13mila persone sono state arrestate per atti immorali“, come ha comunicato il portavoce del Ministero per la Prevenzione dei vizi e la Promozione della virtù.

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