venerdì, Settembre 20, 2024
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Mondo a un passo dall’incubo. L’Iran si prepara all’attacco. Gli Usa si schierano a difesa di Israele, la Cina a difesa dell’Iran

 

Se non è la “tempesta perfetta”, ci somiglia molto. Il mondo è appeso al filo sottile delle trattative per la fine del conflitto a Gaza. L’incessante lavoro dell’Intelligence occidentale per evitare l’attacco di Teheran a Israele sembra essere arrivato a un punto morto. Che è certificato dalle dimissioni di Mohammad Javad Zarif, uno degli uomini più moderati del regime iraniano, sino a ieri impegnato a dialogare con Washington. Ora Zarif ha lasciato il suo incarico di Vicepresidente per gli Affari Strategici di Teheran. Segno che la Guida Suprema, Ayatollah Ali Khamenei, non ha più intenzione di trattare con gli Usa per evitare l’escalation del conflitto in Medio Oriente. L’unica cosa che trattiene ancora la mano dell’Iran dall’effettuare il preventivato attacco a Tel Aviv è proprio la trattativa per il cessate il fuoco a Gaza, che domani vedrà svolgersi un delicatissimo incontro fra Stati UnitiEgitto e Qatar. Se il negoziato dovesse fallire, e di conseguenza Teheran dovesse decidere per il blitz finora rimandato, si verificherebbe una situazione da incubo.

khamenei

Gli americani, infatti, hanno inviato a difesa di Israele una portaerei e un sottomarino, e insieme alla Gran Bretagna hanno fornito supporto militare a Netanyahu. Ma qui è entrata in gioco la Cina. Il Ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, durante un incontro con quello iraniano Ali Bagheri Kani, ha detto a chiare lettere che “la Cina sostiene l’Iran nella sua sovranità, sicurezza e dignità nazionale, nel rispetto della legge, e sostiene l’Iran nei suoi sforzi per mantenere la pace e la stabilità nella Regione”. Tradotto: se l’attacco dell’Iran sarà pesante e provocherà danni e vittime, gli Usa interverranno a supporto di Israele. E a quel punto la Cina potrebbe fare lo stesso, onorando un’alleanza con l’Iran che comprende, in un triumvirato che da tempo collabora militarmente, anche la Russia. La guerra tattica che si combatte da tempo in vari territori, e che ha il solo “pregio” di evitare uno scontro diretto fra le superpotenze, potrebbe quindi incontrare il suo cigno nero. Cioè una situazione senza via d’uscita in cui o qualcuno deciderà di fare un passo indietro, oppure l’allargamento del conflitto sarà inevitabile.

biden xi

Se è alquanto improbabile che Washington abbandoni Tel Aviv, lo è ugualmente che Pechino e Mosca lascino solo il regime di Khamenei. Nonostante ciò, è quasi esclusoe che la Cina intenda avviare uno scontro militare aperto con gli Stati Uniti in Medio Oriente. Proprio per questo, gli analisti cominciano a temere che la prima risposta a un’escalation della guerra in Medio Oriente consisterebbe, da parte di Pechino, nel rompere gli indugi e invadere Taiwan. Solo che l’Isola, da tempo sospesa fra le velleità separatiste del governo filo-americano e le mire del Governo cinese che vorrebbe rientrare in pieno possesso di Taipei, a differenza dei territori medio orientali rappresenta uno snodo fondamentale per il funzionamento dell’intero settore tecnologico occidentale. A Taiwan infatti si produce la maggior parte dei chip sofisticati necessari per la sopravvivenza e lo sviluppo delle tecnologie che usiamo quotidianamente. La speranza di tutti è che i negoziati per Gaza possano finalmente portare alla fine delle ostilità fra israeliani e palestinesi. O, in second’ordine, che l’Iran scelga di effettuare un altro blitz esclusivamente dimostrativo contro Israele. In caso contrario, lo scontro globale fra Occidente, Cina e Russia sarà sempre più vicino. Con modalità e conseguenze ancora tutte da verificare.

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