venerdì, Settembre 20, 2024
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Emergenza cinghiali, l’Associazione Italiana Coltivatori– “Bene piano straordinario della Regione Campania, ma occorre migliorare formazione, siti e strutture”.

Salerno. “Bene le linee guida della Regione Campania sul contenimento dei cinghiali, ma occorre
migliorare formazione, siti e strutture”. È quanto chiede alla Regione Campania, il vicepresidente
nazionale e presidente provinciale dell’Associazione Italiana Coltivatori, Donato Scaglione, circa le
linee guida adottate dal nuovo piano regionale straordinario sulla cattura e il contenimento dei
cinghiali. Una nota, quella dell’AIC Salerno, che arriva dal vicepresidente nazionale a seguito del
confronto sulla lettura delle linee guida con le osservazioni dei tecnici CAA AIC.
“Bene la volontà della Regione di voler porre una soluzione all’aumento incontrollato dei cinghiali
in tutto il territorio campano -dice Scaglione, che sottolinea come il problema- sia sorto a seguito
dei ripopolamenti effettuati nei decenni scorsi con animali non autoctoni aventi maggiore prolificità
e dimensioni ragguardevoli. -Poi, il punto sul piano regionale- Le Linee Guida per l’attuazione del
piano straordinario regionale quinquennale per il contenimento dei cinghiali della specie sus scrofa
che prevedono varie fattispecie di intervento coinvolgendo nelle operazioni di controllo anche il
mondo degli agricoltori, necessitano di alcuni ampliamenti in materia di formazione, interventi su
siti e strutture”.
Di qui, sette punti sui quali i tecnici CAA dell’Associazione Italiana Coltivatori e il presidente
Scaglione chiedono un ulteriore intervento da parte della Regione Campania circa l’ampliamento e
il miglioramento delle linee guida del piano straordinario.
Il primo punto riguarda la formazione, per l’AIC –“servono maggiori corsi di formazione per
formare i soggetti deputati al controllo con possibilità di effettuare tali corsi anche in presenza e la
diffusione del calendario anche attraverso i canali delle associazioni agricole o dei CAA, oltre che
ad una formazione rapida anche per gli operatori dei centri di assistenza agricola e fiscale per
l’inserimento delle segnalazioni di danno”.
Il secondo punto emerso dalle analisi fatte dall’AIC riguarda gli incentivi, secondo l’Associazione
Italiana Coltivatori- “è necessario istituire un regime di premialità per le segnalazioni verificate di
soggetti da abbattere e introdurre incentivi per la coltivazione di piante repellenti la fauna selvatica
ma comunque di interesse agrario (es. coriandolo)”.
La terza questione riguarda i sistemi di cattura- “è fondamentale effettuare una valutazione precisa
dei sistemi alternativi alle recinzioni costose (come, ad esempio, l’installazione di dissuasori ottici
e/o acustici e o l’utilizzo di repellenti di natura vegetale o animale) ed in caso di positivo riscontro,
introdurre degli incentivi all’acquisto”.
Il quarto punto riguarda i siti di cattura sui quali AIC propone –“una valutazione dei siti ottimali per
l’installazione di trappole di cattura ed eventuali incentivi all’acquisto”.
Il quinto punto proposto da AIC riguarda invece, una rete virtuosa tra cittadini, istituzioni e
operatori economici quali- “l’installazione di compostiere ad uso collettivo per la raccolta

differenziata della frazione organica nelle aree rurali e il coinvolgimento degli operatori agrituristici
nella costituenda filiera della carne”.
Il sesto punto invece, riguarda le strutture atte a valutare le malattie degli ungulati, secondo AIC
bisogna – “verificare con le strutture preposte l’eventuale trasmissione di malattie infettive oltre alla
PSA, con particolare riferimento ai numerosi casi di tubercolosi bovina segnalati negli ultimi tre
anni nei territori interni della Campania”.
Il settimo ed ultimo punto segnalato dai tecnici dell’Associazione Italiana Coltivatori riguarda
invece- “La partecipazione nelle operazioni di verifica dei danni segnalati degli agricoltori
danneggiati o dei tecnici delegati”.

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