giovedì, Settembre 19, 2024
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Lo sport per tutti: al via l’iter legislativo del nuovo ddl per le detrazioni fiscali.

Lo sport è al pari di un farmaco, e come tale va inserito nella ricetta medica. Un nuovo disegno di legge, sostenuto da tutti i partiti in Senato, propone di prescrivere lo sport come un farmaco, rendendolo fiscalmente detraibile. L’obiettivo è incentivare l’esercizio fisico e permettere alle famiglie di usufruire delle detrazioni fiscali, recuperando attraverso il 730 parte dell’investimento. Dal 13 settembre l’accesso allo sport è diventato un diritto sancito dalla nostra Costituzione con l’aggiunta del seguente comma all’art. 33: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione di benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.

Dopo l’approvazione della Camera dell’autunno scorso, il 31 luglio 2024 anche la Commissione Sanità del Senato ha sottoscritto all’unanimità il Disegno di legge a firma della Senatrice Sbrollini su “Disposizioni recanti interventi finalizzati all’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio sanitario nazionale”. L’inserimento dello sport in costituzione è un passaggio epocale e «con il voto di oggi, la Camera ha completato un percorso lungo, iniziato nella scorsa legislatura, ma necessario per riconoscere, finalmente, il fondamentale ruolo sociale che lo sport ricopre nel nostro Paese. Sono molto soddisfatta». Lo ha dichiarato la senatrice Daniela Sbrollini, subito dopo il via libera definitivo alla legge Costituzionale che ha inserito lo sport nella Carta.

Il ddl punta a rendere l’esercizio fisico prescrivibile su ricetta medica proprio come un farmaco da parte del medico di medicina generale, pediatra di libera scelta e specialisti con la dicitura “farmaco senza controindicazioni”. La speranza è che le persone siano incentivate a impegnarsi di più in attività positive per la propria salute. Si avvia così un iter legislativo che potrebbe essere rivoluzionario.

Lo sport è, a tutti gli effetti, un “farmaco” senza controindicazioni, infatti, l’attività fisica moderata e regolare riduce del 30 per cento il rischio di morte prematura, di malattia cardiovascolare e ictus, di diabete tipo 2, di cancro al colon e al seno e di depressione.

L’Italia è uno dei Paesi più sedentari in Europa. Lo sport e l’attività motoria sono considerati da tutti come un principio cardine per la promozione e la diffusione di comportamenti e stili di vita sani; eppure tra gli italiani dai 18 ai 59 anni, solo il 31 per cento degli uomini pratica sport, percentuale che si abbassa ulteriormente tra le donne (23%). Più del 40% delle persone con una patologia cronica come il diabete e l’obesità non pratica un’attività sportiva.

Per tale motivo risulta fondamentale attuare programmi di diffusione e sensibilizzazione in tutte le fasce di età, facendo emergere i fattori di rischio legati alla sedentarietà, nonché il riconoscimento dello sport e dell’attività fisica regolare quale mezzo terapeutico e di prevenzione attraverso la possibilità di prescrizione medica. Il rapporto congiunto dell’OMS e dell’OCSE “Step up! Affrontare il peso dell’insufficiente attività fisica in Europa” evidenzia che, con un aumento dell’attività fisica a 150 minuti a settimana, si eviterebbero in Europa 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050, tra cui 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 1 milione di casi di diabete di tipo 2, oltre 400.000 casi di diversi tumori. «In Italia il costo dell’inattività fisica è stimato a 1,3 miliardi di euro nei prossimi 30 anni. Da qui l’importanza di un’iniziativa legislativa che consenta finalmente di prescrivere l’esercizio fisico esattamente come un farmaco» sottolinea la Sen. Daniela Sbrollini, Vicepresidente della X Commissione Affari sociali, sanità, lavoro e previdenza sociale del Senato, Presidente dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili.

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Purtroppo, sempre secondo l’OMS, a disincentivare, soprattutto tra i giovani, l’attività fisica, è proprio la città, la sua organizzazione e la sua struttura. I fattori principali sembrano essere la criminalità, il traffico, la bassa qualità dell’aria e l’inquinamento e la mancanza di strutture adatte. «È necessario mettere in atto politiche e azioni per offrire a tutti la possibilità di praticare sport, ad esempio con spazi e strutture accessibili a tutti, favorendo la possibilità di passeggiare in città o di andare in bicicletta in modo sicuro», dichiara Federico Serra, Presidente dell’Osservatorio Permanente sullo Sport, Capo Segreteria tecnica Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città e segretario generale Health City Institute e C14+. Sportivizzare le città è un valore aggiunto alla sostenibilità e «può essere un punto di svolta e cambiamento per costruire una società più coesa e collaborativa. I comuni e i governi devono essere al centro di questo cambiamento poiché ora abbiamo la possibilità di rilanciare lo sport ed è nostro compito intervenire in maniera concreta e immediata per trasformare e mobilitare le città», conclude Roberto Pella, Deputato, Presidente Commissione Speciale della Camera dei Deputati, Presidente Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città e Vicepresidente Vicario di ANCI.

Nel clima positivo delle Olimpiadi di Parigi, si auspica, con tale intervento, un cambiamento importante, tale da migliorare la qualità di vita della popolazione.

A cura di Ivana Petrone

 

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