L’atleta algerina Imane Khelif continua a trovarsi al centro di accese polemiche. L’ultimo attacco è arrivato dall’ungherese Anna Luca Hamori, che sui social media ha pubblicato duri commenti contro Khelif. Hamori ha paragonato l’atleta a un «mostro» e ha insinuato che Khelif sia un «uomo», sollevando questioni sulla sua idoneità di genere per le Olimpiadi di Parigi 2024.
Queste dichiarazioni hanno suscitato una forte reazione da parte del padre di Imane Khelif, il quale è intervenuto pubblicamente per difendere la figlia. Il signor Khelif ha sottolineato come la sua famiglia stia affrontando una situazione estremamente difficile a causa di queste accuse infondate e offensive. Egli ha ribadito che Imane ha sempre rispettato le regole di idoneità di genere stabilite dai comitati olimpici e dalle federazioni sportive internazionali e ha mostrato i documenti che dimostrano il tutto: “È una femmina, è scritto qui, lo potete leggere”.
Le polemiche attorno a Khelif mettono in luce le complesse e spesso controverse regole di idoneità di genere che regolano la partecipazione alle competizioni sportive internazionali. Le normative sono state concepite per garantire l’equità tra gli atleti, ma spesso generano dibattiti accesi e dividono l’opinione pubblica.