Il ministro degli Esteri Russo Ryabkov ha rilasciato oggi una dichiarazione che esaspera ulteriormente i toni del conflitto con gli Stati Uniti e con l’Europa. Ryabkov, rispondendo a una specifica domanda sul tema, non ha escluso che la Russia possa schierare missili nucleari in risposta alla decisione americana di piazzare i propri missili in Germania. “Se le autorità tedesche credono che sia ragionevole portare avanti attività incendiarie sulla base, come dicono, di quello che non abbiamo a Kalinigrad“, ha dichiarato il Ministro, “allora risponderemo con le misure di rappresaglia che riterremo opportune”. Anche perché, ha spiegato, “la Russia deve calibrare la sua risposta senza vincoli interni” su quali sistemi collocare, dove e quando. “Abbiamo una vasta gamma di opzioni”, ha proseguito Ryabkov. “Non si tratta di minacciare nessuno, ma dovremo trovare il modo più efficace per rispondere alle nuove sfide, in particolare in termini di costi. Nulla è predeterminato e ulteriori tensioni non sono predeterminate”.
“Malauguratamente”, ha concluso il rappresentante del Cremlino, “a questo punto l’Occidente ha deciso di percorrere la strada dell’escalation, perseguendo inverosimili pretesti per accusarci di violare la sua sicurezza”. Non è la prima vlta che Mosca minaccia il ricorso alle armi nucleari, sia pure in funzione deterrente, perlomeno come ha affermato il suo Ministro degli Esteri. La sensazione, però, è che più questa situazione andrà avanti, più aumenteranno i rischi per tutti. La situazione in questo momento è abbastanza paradossale, perché se da una parte Zelensky ha aperto per la prima volta a una trattativa di pace con la Russia, dall’altra il Parlamento Europeo ha dato il via libera all’autorizzazione di attacchi militari in territorio Russo. Sembra quasi che ci sia la volontà, da parte di alcuni membri dell’Alleanza Atlantica, di sostituirsi a Kiev per decidere le strategie da utilizzare in Ucraina. Aspettando le elezioni americane del 5 Novembre e l’eventuale avvento di Trump, che cambierebbe e non di poco gli equilibri globali.
