L’ Inferno messo in scena da Elena PARMENSE con il contributo di Ciro VILLANO e Gaetano STELLA e con la collaborazione di Dante ALIGHIERI
- 18 Luglio 2024
di Arturo CAMPANILE
Una Divina Commedia Allegorica dell’Inferno è andata in scena nel Laboratorio Teatrale “Teatro Ridotto del Teatro delle Arti” di Salerno Venerdì 05 Luglio 2024 alle ore 21:00. Una divertente rivisitazione dell’Inferno Dantesco, facendo riflettere su temi importanti, la dimostrazione delle potenzialità infinite dei giovani ed altro. In chiave umoristica si sono affrontate le traversie liceali, non dimenticando in veste tragica anche il problema dei migranti, dell’Amore, della Vita. Commedia e Tragedia per sorridere e riflettere. Molto.
Gaetano STELLA
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Elena PARMENSE ha diretto una rielaborazione dell’Inferno di Dante ad opera di Ciro VILLANO e Gaetano STELLA. Un successone, non solo piacevole e divertente ma anche meditativo. Problematiche dell’Amore, della Famiglia, del Viaggio nell’Ignoto, della triste Guerra intesa come portatrice di lutti e di sciagure. Salerno Venerdì 5 Luglio 2024 ha visto cultura, grazie ad Elena PARMENSE, Ciro VILLANO e Gaetano STELLA, attraverso il Laboratorio Teatrale “Teatro Ridotto” del Teatro delle Arti di Salerno. Comporta divertimento e, perché no, anche riflessione una briosa e divertente rivisitazione dell’Inferno Dantesco. In esame vari problemi sociali, tra cui l’Amore, la tematica irrisolta dei migranti, la solitudine dell’Io.
Elena PARMENSE
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Divina Commedia Allegoria dell’Inferno
Elena PARMENSE metteur en scène dell’Inferno Dantesco 1.0. insieme alla rivisitazione di Ciro e Gaetano, ha reinventato in chiave umoristica la parte più oscura di Dante. Comicità in primis senza disdegnare riflessione, realtà, domande, utilizzando anche la lingua e la cultura sia di Salerno sia di Napoli. Giovani diplomandi e universitari, fra cui studenti proprio delle Discipline delle Arti Visive, della Musica e dello Spettacolo (DAViMuS), si sono lanciati ad esprimere il loro percorso di crescita. In quest’epoca non si riesce a valutare appieno le potenzialità dei giovani. Ci si ci limita a parlarne in maniera dubbiosa ed ipercritica senza riuscire a comprenderne appieno l’enorme carica intellettuale che continuamente ci propongono. Nella paura del nido vuoto li lasciamo in una specie di paradiso tutelato, o meglio un purgatorio che ci rasserena. Ci sono tanti esempi di donne e di uomini vissuti all’ombra di genitori senza riuscire ad esprimere il proprio Sé.
Divina Commedia Allegoria dell’Inferno
Genitori e Figli
Persone con la loro grandezza hanno oscurato per troppo tempo i propri successori, per amore, per timore, per egoismo. Per fortuna c’è Elena. Per consentire questo coraggioso impegno ci hanno pensato Gaetano STELLA e Ciro VILLANO fornendo il materiale necessario. Proprio grazie a queste persone il Laboratorio Teatrale “Teatro Ridotto del Teatro delle Arti” di Salerno continua a macinare cultura nel suo cammino. Calore umano, oltre alla loro professionalità, non disdegnando e non dimenticando l’indispensabile amore per la gioia e soprattutto per l’arte. È stata un’esperienza molto piacevole, una serata impegnata a divertirsi gratificando lo spirito e l’anima. Al Liceo imberbi si prova timore nei confronti dell’opera divina di Dante, ansiosi delle interrogazioni per poterla apprezzare appieno, mentre ora ci si diverte molto. Questi giovani maturi si dilettano anche loro e, dopo tanto lavoro, hanno ben chiaro cosa sia l’impegno, l’abnegazione e la fatica.
Finale
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I giovani coraggiosi nell’Inferno
Beatrice, Virgilio, Gaetano, Dante, Bigliettaio, Signora Caronte.
(Quadro clandestine) Nubir, Ester, Luam.
(Quadro sull’Amore) Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta, Orfeo ed Euridice, Amore e Psiche.
(E poi ancora) Omero, Pier Delle VIGNE, Ulisse, Polifemo e narratrice, Giuda, Caino, Bruto, Cassio, Lucifero.
Il conflitto intergenerazionale non è una novità ma molto spesso ci si dimentica di essere stati ragazzi. Una gioventù di sbarbati che non prevede ciò che è utile, sperperando i propri soldi, non è dei giorni nostri ma attribuita ad Orazio nel I secolo a.C. Purtroppo ci sarebbe più da lamentarsi di tanti delle vecchie generazioni che hanno come riferimenti, culturali e paradigmatici, sistemi inadatti, obsoleti e poco rispettosi delle regole primarie. La parola insegna mentre l’esempio trascina ma non sempre diamo dimostrazione di essere ligi e precisi a seguire correttamente i principi ed i dettami di cui parliamo. Forse occorrerebbe rivedere anche noi stessi.
Tutti si sono messi in gioco senza vergogna e superando le normali ansie e paure del palcoscenico. Con molta bravura e professionalità sebbene si sia sempre pronti dall’inizio dei tempi a lamentarsi delle nuove generazioni sono stati insuperabili. Per le altre cose non dimentichiamo che siamo stati già giovani ed è capitato anche a noi e prima di noi.
Pensiamoci su.
Arturo CAMPANILE
Foto consentite e di repertorio