venerdì, Settembre 20, 2024
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Aborto, è guerra aperta tra Meloni e Macron: volano stracci

di Walter Pachino

Nel corso del recente summit del G7 a Borgo Egnazia, in Puglia, la discussione sulla presenza o meno della parola “aborto” nelle conclusioni finali ha generato tensioni diplomatiche. Giorgia Meloni ha espresso il suo disappunto riguardo all’uso di questo forum internazionale per scopi elettorali, definendo la polemica come “profondamente sbagliata” e “pretestuosa”.

Meloni ha dichiarato che non vi è alcuna ragione per polemizzare su temi su cui i leader del G7 hanno già trovato un accordo in precedenza. Ha sottolineato che le conclusioni del summit di Borgo Egnazia sono in linea con quelle adottate l’anno precedente a Hiroshima, le quali ribadiscono la necessità di garantire che l’aborto sia “sicuro e legale”. “Nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo,” ha affermato Meloni, aggiungendo che le dichiarazioni conclusive del G7 tendono a non ripetere argomenti già consolidati nei vertici precedenti, a meno che non vi siano nuovi sviluppi da riportare.

La polemica è stata accesa dalle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron, che ha espresso il suo dispiacere per l’assenza della parola “aborto” nel documento finale del G7. Macron ha ricordato che la Francia ha recentemente inserito il diritto all’aborto nella sua Costituzione, evidenziando come questo rifletta una visione di uguaglianza tra uomo e donna che potrebbe non essere condivisa in egual misura da tutti i paesi partecipanti al summit. “Mi dispiace ma lo rispetto perché è stata la scelta sovrana del vostro popolo,” ha commentato Macron, in riferimento alla diversa sensibilità politica che esiste in Italia e in altri paesi rispetto a questo tema.

Le parole di Macron hanno evidenziato un contrasto culturale e politico tra i paesi del G7 riguardo ai diritti riproduttivi. In Francia, l’aborto è considerato un diritto fondamentale, al punto da essere inserito nella Costituzione, un passo significativo che sottolinea l’impegno del paese verso la parità di genere. Tuttavia, questa visione non è universalmente condivisa, e i leader del G7 devono spesso trovare un equilibrio tra diverse sensibilità e posizioni politiche.

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