venerdì, Settembre 20, 2024
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Migranti, la truffa dei “regolari”: trucchi e cifre per ottenere i documenti. La scoperta in Italia: ecco il sistema

L’arresto di Nure Alam Siddique, meglio conosciuto come “Bachcu”, storico leader dei bengalesi a Roma, ha aperto un vaso di Pandora. Si è scoperto un giro che riusciva a regolarizzare centinaia di immigrati irregolari grazie all’aiuto di funzionari corrotti. L’intera inchiesta della Dda, infatti, era partita da un suo connazionale che si era rivolto a lui per ottenere dei documenti di soggiorno. La comunità dei bengalesi in Italia attrae sempre più personale da inserire in ristoranti, minimarket e nell’ambulantato, anche grazie alla capacità dei boss di rimediare i documenti. I controlli, infatti, sono partiti proprio dalle Ambasciate di Sri Lanka, Bangladesh e Pakistan, dopo che si era registrata una percentuale sempre più alta di documenti falsi che puntualmente venivano presentati non solo negli uffici diplomatici italiani ma anche in tutti quei Paesi di area Schengen per ottenere l’autorizzazione per entrare in Europa. “Ottenere i documenti falsi per il visto è facile. Con 5-6mila euro si entra in Italia”, rivela al Messaggero una gola profonda inserita nel mondo dei trafficanti di esseri umani.

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Chi non ha un documento falso alla partenza si rivolgeva a un’organizzazione messa su tra Lucca e la Garfagnana da otto tra pakistani e bengalesi. Con 2500 euro si riusciva a ottenere la dichiarazione di ospitalità e di lavoro per rimanere in Italia. Più basso il “prezzario” adottato da un sodalizio impegnato nel fare arrivare manodopera utile nei campi agricoli della provincia di Latina: 500 euro a pratica. Come ricostruisce Il Messaggero a novembre la polizia di Roma Capitale irrompe nell’abitazione di un bengalese del Tiburtino che fa affari d’oro vendendo ai connazionali falsi permessi di soggiorno: gli trovano 470mila euro nascosti nel materasso. Per il servizio offerto pretendeva 13mila euro. Intanto, come denunciato dalla premier Meloni, ci si è accorti anche a livello politico che qualcosa nel decreto flussi che regola l’immigrazione regolare non funziona. A fronte di centinaia di migliaia di richieste di ingresso in Italia su richiesta di imprese che dichiaravano di avere un lavoro da offrire allo straniero, alla fine risultavano molti meno contratti stipulati. E come si è visto, ora si è capito perché e come funzionava il gioco. 

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In pratica, come denuncia LaVerità, in Italia negli ultimi anni abbiamo registrato un flusso migratorio apparentemente regolare che, in realtà, era costituito non da persone che sarebbero state impiegate in agricoltura, nel turismo, nell’edilizia oppure nell’industria, ma da extra-comunitari che, una volta entrati in Italia, non avrebbero avuto alcun posto né reddito. “Una truffa, una presa in giro nei confronti dello Stato”. Secondo le statistiche prodotte dalla presidente del Consiglio, il totale delle domande del decreto flussi per lavori stagionali nel 2023 è arrivato a 282.176, diventate 336.508 quest’anno.

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