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La madre della tredicenne con deficit psichico che ha partorito il neonato trovato morto domenica mattina tra gli scogli di Villa San Giovanni ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida. La donna, 40 anni, è accusata di infanticidio in condizioni di abbandono materiale e morale. Questa mattina, 31 maggio, si è tenuta l’udienza di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari (GIP) Giovanna Sergi, che dovrà decidere sul provvedimento di fermo emesso mercoledì scorso dalla Procura di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri.
Entro domani, il GIP dovrà decidere se convalidare il fermo e se emettere un’ordinanza di custodia cautelare.
Le indagini
Secondo le indagini condotte dalla squadra mobile e dai carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto Walter Ignazitto e dal pm Tommaso Pozzati, la donna, subito dopo il parto della figlia tredicenne, avrebbe posto il neonato, ancora vivo, all’interno di uno zainetto, per poi abbandonarlo sulla scogliera di fronte al lungomare di Villa San Giovanni. La donna è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza mentre si recava con lo zaino sul lungomare, prima di lasciarlo tra gli scogli.
Le indagini sono partite da una segnalazione ai carabinieri riguardo lo stato di gravidanza di una minore, con l’indicazione del nucleo familiare di appartenenza. Con la direzione della Procura locale, gli agenti della Squadra Mobile di Reggio Calabria, del Commissariato di Villa San Giovanni e dei Carabinieri di Villa hanno analizzato i sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, riuscendo così a ricostruire parte dell’itinerario percorso dall’indagata nei momenti precedenti all’abbandono dello zainetto.
