giovedì, Settembre 19, 2024
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Sempre più difficile. È riferito a tutto, a tutti e diffuso ovunque…

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Il periodo attuale, quello in cui si dimena l’umanità ormai da tempo, va sempre più assumendo caratteristiche negative, simile a quella in cui fu realizzata la Torre di Babele. In più ha aggiunto un connotato che la rende speciale. Si tratta della mole cospicua di incertezze di ogni genere che la vanno popolando, a cui segue la presa di decisioni importanti. Le stesse molte volte sono improntate da contraddizioni più che evidenti. Quel connotato, che è comparso la prima volta nel secolo corrente, è diventato presto qualcosa di connaturato all’argomento a cui si riferisce.

Ha esordito con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che, di fatto, ancora oggi continua a essere definita da parte del Cremlino una “esercitazione militare speciale”. Non c’è bisogno di alcun ulteriore commento, quindi si può saltare l’argomento a piè pari. È opportuno invece dare una scorsa a aspetti della situazione di genere diverso, non per tanto meno importanti. Volendo rimanere all’interno dei patri confini, è facile rendersi conto che l’incertezza la fa da padrona e quindi domina sovrana in molti campi dell’agire umano. Per il Paese quanto è in fase di transizione epocale è ciò che alimenta di più quel disagio. Si può così definire l’attuale tendenza di una stessa fonte a proporre oggi un modo di agire e l’indomani il contrario. Ciò che fa tremare le vene ai polsi degli italiani e non solo a loro, è il continuo diminuire, si può azzardare anche a definire quotidiano, del rispetto dei ruoli e dei ranghi da parte di chi dovrebbe far funzionare la Cosa Pubblica.

Tale faglia veste senza dubbio con gli stessi colori delle bandiere di determinati movimenti e gruppi di derivazione politica e, in genere, è molto contagiosa. Per uscire fuori dalla connotazione accademica, sarà bene allontanarsi da una proposizione generica e concentrare il pensiero su un argomento più che concreto. È costituito dai vari cavalli di Frisia che contrastano ormai da tempo la ripresa dell’ economia italiana. Una premessa che potrebbe mettere il freno al comportamento dell’opposizione e anche a quello di parte della maggioranza tutte le volte che assicurano di star “dipingendo il cielo”, è il far presente che per l’attuazione del PNRR è stato impegnato solo all’incirca un quarto del montante che la UE ha concesso all’ Italia, in totale oltre duecento miliardi. Non fa piacere ribadirlo, ma va evidenziato, che il forte ritardo è per la maggior parte ascrivibile a inadempienze varie della Pubblica Amministrazione e, ancora prima, dell’esecutivo. Tuttavia una parte dell’irregolare funzionamento della Macchina dello Stato è da mettere in relazione con ciò che accade negli organismi di cui il Paese fa parte. Quello che sta preoccupando particolarmente l’imprenditoria del Bel Paese è il costo del denaro, una delle variabili che condizionano di più le strategie del mondo imprenditoriale. È necessario così considerare che tra pochi giorni inizierà giugno, che con il suo ultimo giorno chiuderà il primo semestre dell’anno. Darà anche il via alla stagione estiva.È presente nell’aria qualcosa che riporta alla mente la canzone di Bruno Martino “E la chiamano estate”. Con la differenza che questa volta ha caratteristiche ben più dolorose di un amore finito male.

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