giovedì, Settembre 19, 2024
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I crimini efferati non saranno mai rimossi dalla memoria, anche dopo molto tempo

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Uno sguardo da Ponte di Domenico Ocone 

 

E’ ancora presto per poter trarre conclusioni per quanto riguarda la mattanza eseguita a Mosca, non si sa ancora con certezza organizzata da chi.

Affermare che essa ricalca in buona parte quella delle Torri Gemelle di New York dell’ 11 settembre del 2001 è dettato solo dallo scoramento che già da tempo ha, con modalità e in quantità diverse, destabilizzato il mondo. Quanto differenzi le due stragi è senza dubbio il numero delle vittime causate da ciascuna di esse. Altrettanto vale per le modalità usate per eseguire quegli omicidi di massa. Ciò che invece costituisce un innegabile punto in comune tra i due episodi è che il comportamento degli autori di tali delitti sia stato sfacciatamente simile alla battute di pesca dei tonni e dei pescespada; poichè sono state compiute delle vere e proprie mattanze, solo per sottolineare l’efficacia del paragone, è opportuno notare che in quegli episodi di ferocia è riscontrabile un particolare non di poco conto.

Le vittime, meglio i condannati a morte, si sono venute a trovare in condizione di non potersi sottrarre al loro destino. Ciò in quanto sono stati aggrediti in ambienti, le reti o edifici preclusi, dove i “macellai” senza bottega o i “pescatori” d’altura (in collina…) possono usare i loro ferri del mestiere senza nemmeno doversi concentrare. Essi sanno che i loro colpi, comunque inferti, andranno a segno. Nel caso dei pescatori si potrebbe avanzare la considerazione che la pesca fatta in quel modo consente, essa sola anche se con molti dubbi, di tenere unita la catena alimentare che porta quei pesci, una volta lavorati per la conservazione, come cibo sulle tavole, anche nei paesi lontani dal mare. Lo fa laddove esistano bocche affamate, talvolta fuori misura, di questi tempi, dovunque. Ben diversa è la posizione degli autori di omicidi originati solo da cupidigia sfrenata o delirio di potere nei confronti del denaro o dalla brama di annessione di realtà geopolitiche.

I risultati dei comportamenti appena accennati non si concludono solo stroncando vite umane di ogni genere di età, fatto che di per sé ha una valenza enorme e comunque non quantificabile. Essi si dimostrano, nonostante ci sia stato di mezzo il fine settimana, particolarmente forti e rapidi nell’espandersi dal luogo dove sono stati perpetrati su tutta la superficie del pianeta; così, quando in Occidente era notte e prima e verso oriente il sole era già alto, dal Giappone sono arrivate notizie dell’ andamento della Borsa di Tokyo che mostrava notevole nervosismo, che ha aperto al ribasso, recuperando solo a fine seduta.

Le borse occidentali hanno riscontrato lo stesso andamento.

Nei prossimi giorni si potrà conoscere la portata degli effetti della carneficina che stanno colpendo le varie piazze finanziarie di ogni paese. Ancora una volta sarà la componente umana, nel caso in argomento la paura, che dominerà le scelte di chi vorrà comprare o vendere e non solo titoli alle Borse. Senza tralasciare che, questa in corso, è la settimana che gli altri anni, non solo in Italia quanto in tutti i paesi del Mediterraneo, ha funzionato da termometro per avere il polso di come andranno le presenze del turismo estivo oramai in dirittura di arrivo.

In Italia in particolare, questo settore economico pesa con una percentuale a doppia cifra, precisamente oltre il 10%, nella formazione del PIL. La paura di attentati che potrebbero essere in preparazione ovunque, molto probabilmente rallenterà la voglia di spostarsi di chiunque, italiani e non solo. È bene non approfondire l’argomento prima che siano resi noti altri particolari sul bagno di sangue avvenuto a Mosca. Solo di un aspetto si ha ulteriore conferma. Per descrivere una situazione del genere, in campagna hanno aggiunto e continueranno a farlo, che i guai non si manifestano mai da soli.

Di seguito a ciò qualificare la gente di campagna comunque lamentosa, non avrebbe alcun senso, meno che mai sarebbe in qualche modo giovevole alla causa.

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