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Domenica delle Palme

Domenica 24 marzo 2024 – Domenica delle Palme

 

Versetti iniziali del brano di Giovanni, con cui si apre la Settimana Autentica, ci portano nel clima particolare in cui si svolgono gli ultimi giorni della vita di Gesù: la Pasqua è vicina. Possiamo immaginare Gerusalemme invasa dalla folla dei pellegrini che da tutti i territori circostanti salivano in città per prepararsi alle celebrazioni pasquali. Erano giorni di grande fermento per il popolo data l’importanza della festa, nella quale erano poste le radici dell’identità di Israele. Si celebrava la salvezza passata e si auspicava anche quella futura, quando JHWH avrebbe dato compimento definitivo alle sue promesse. Dunque, tanto per l’euforia della ricorrenza, quanto per le spinte nazionalistiche e identitarie che essa portava con sé, in quei giorni gli animi potevano anche scaldarsi molto e creare problemi di ordine pubblico.

In un simile contesto, il fatto che la gente salita al Tempio per la Pasqua si interroghi attorno al presunto arrivo di Gesù, dà l’idea di quanto rilevante potesse essere la sua persona. Si comprende dunque la possibile preoccupazione dei capi e la perentorietà dell’ordine dato, che non lascia spazio a fraintendimenti. In questa atmosfera di festa e di dramma che va preparandosi, Giovanni colloca un episodio che simbolicamente fa sintesi di quanto sta accadendo e si va preparando.

Un gesto d’amore caratterizzato dalla gratuità più libera e affettuosa viene male interpretato e richiede di essere sia spiegato che difeso. C’è chi, nonostante tutto, non riesce ad arrendersi al linguaggio trasparente dell’amore e si lascia condurre da altre intenzioni doppie e traboccanti cupidigia. Il nardo sparso da Maria e lo stile tenuto da Gesù parlano lo stesso linguaggio: dono generoso, offerta di sé, amore, cura, desiderio di profonda comunione con l’altro. Il profumo e la vita di Gesù subiscono lo stesso destino del nardo, raccontando una verità che si tocca spesso con mano ma che è sempre difficile da accettare: l’amore non sempre viene capito e spesso chi fa del bene incontra ostilità. Tocca a Gesù rendere giustizia a Maria. Le parole di Giuda, oltre a grondare falsità e doppiezza, sono insipienti nel non saper cogliere il senso profetico di ciò che la donna va compiendo. Oltre ad esprimere il riconoscimento dell’enorme valore che Gesù rappresenta, il profumo del nardo richiama per contrasto l’odore della morte che fino a poco tempo prima aveva ammorbato quella casa dopo la malattia di Lazzaro.

C’è un’altra morte all’orizzonte, ma questa, in un paradosso misterioso, diffonde un buon profumo, quello della vita. A Gerusalemme c’è festa ma si prepara un dramma. A Betania un profumo meraviglioso annuncia una morte che sa di vita. La Pasqua che ci si appresta a celebrare è un evento che unisce dentro di sé opposti inconciliabili: morte e vita, luce e buio, tristezza e gioia, tradimento e fedeltà, amore e ostilità, debolezza e forza, fine e inizio. La volontà di vita piena che il Padre ha in sé si stende da un estremo all’altro, raccogliendo ogni storia umana che tra quegli opposti può essere scritta.

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