giovedì, Settembre 19, 2024
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Le derive, di ogni genere, da frenare sempre e dovunque

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Appunti e spunti da Ponte di Domenico Ocone 

 

Con il trascorrere dei mesi il 2024, “anno elettorale” sta dando prove di ogni genere di quanto sia delicato e talvolta in odore di sconfitta il bene più prezioso, anche se immateriale, di cui dovrebbe tenere buona custodia l’umanità, la democrazia e quindi la libertà. Prima che questo anno, bisestile, quindi per ipotesi con prospettive non proprio entusiasmanti, giunga al termine, sono ancora all’incirca 70 le tornate elettorali che dovranno svolgersi. Finora la popolazione mondiale ha avuto modo di constatare come non debbano essere resi concreti i termini democrazia e libertà. In quel di Mosca le elezioni appena concluse sono state definite dagli interessati come democratiche e libere.

Tale bestemmia è andata e continua a andare alla deriva, facendo sì che, anche fuori dai confini russi, alcuni esponenti della politica stiano confondendo il cimitero con la stazione. È questa la formula usata nel villaggio quando è necessario far notare a qualcuno che sta scambiando il giorno con la notte.

L’Italia, per buona sorte solo una parte di essa, con maggior concentrazione tra i rappresentanti del popolo, è in preda a una crisi di identità che fa ritenere loro che i due opposti di come possa gestita un’organismo sociale finiscano per coincidere. In parole ancora più semplici, che un regime totalitario come quello di Mosca possa essere considerato, seppure in maniera contenuta, assimilabile al governo che opera a Roma. È appunto questa una deriva della politica italiana, peraltro al governo, che non può essere tollerata più di tanto e, in maniera democratica, deve essere affrontata e respinta la da dove è venuta con le procedure del caso. Tutto quanto esposto va considerato l’introduzione alla descrizione di altre derive, anche esse a alto livello di pericolosità, che minacciano il mondo, sia pure in maniera indiretta. In quella che ancora oggi dovrebbe essere considerata la patria della democrazia, gli USA, l’elettorato sta assistendo a prove tecniche da parte dei due candidati di spicco prova diretta di come intendano condurre, una volta eletto uno dei due, far navigare quella superpetroliera nelle acque agitate del pianeta. Proprio in questi giorni gli americani stanno assistendo a un comportamento che si pone all’esatto opposto di quello che hanno dovuto mantenere i russi. Pur essendo Trump un candidato con discrete probabilità di essere rieletto Presidente, si è visto respingere la richiesta di una polizza fideiussoria di circa mezzo miliardo di dollari da una trentina di banche. Quel documento deve essere presentato in tribunale perché la giustizia possa fare il suo corso e processare il tycoon più che dimezzato.

Più volte, durante i comizi, sia Biden che Trump stanno scagliando l’un l’altro quanto di peggio possa uscire dalla bocca di una persona. Con il loro agire riporteranno alla memoria degli italoamericani di una certa età i comizi per l’elezione del sindaco del villaggio.

Durante gli stessi, che venivano pronunciati dai balconi di case diverse, era possibile assistere a comportamenti tutt’altro che urbani, che arricchivano il contenuto delle loro orazioni con gesti al di là dell’ascensore. C’è però un particolare di non poco conto che fa la differenza tra quella riva dell’Atlantico e questa. Esaurite le performances elettorali, mentre oltreoceano continuano le offese tra i due presidenti, quello rieletto e quello mandato a casa dal popolo, da questo lato il sindaco eletto e l’aspirante che invece ritorna alla sua bottega, il giorno dopo, ridendo e scherzando, vanno insieme al bar a bere un caffè.

Paese che vai, usanze che trovi.

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