venerdì, Settembre 20, 2024
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Bruxelles è iniziato l’anno dedicato al Surrealismo

 Bruxelles celebra 100 anni della prima pubblicazione del  Manifesto Surrealista

di Caterina Angelucci 

 

A Bruxelles è iniziato l’anno dedicato al Surrealismo, dal racconto di come si è sviluppato il movimento in Belgio alla mostra che ne ripercorre le più note poetiche internazionali.

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Immaginazione, inconscio e scrittura automatica.

Era il 1924 quando a Parigi André Breton pubblicò il Manifeste du Surréalisme, mentre in Belgio nascevano le medesime tendenze sotto la guida silenziosa di Paul Nougè, Macel Lecomte e Camille Goemans, con una serie di 22 trattatelli dal titolo Correspondance.

Il gruppo belga, infatti, utilizzando l’umorismo come pratica sovversiva, si caratterizzava per l’anonimato e per conciliare le ricerche estetiche con l’impegno politico (partito comunista). A 100 anni da quella dichiarazione programmatica, Bruxelles celebra con 2 mostre (+1) l’attività del movimento surrealista, raccontando su tutte quella del suo più noto protagonista René Magritte (1898 – 1967) – che rimase sopraffatto cambiando radicalmente la sua pittura dopo aver visto nel 1925 una riproduzione de Il Canto dell’Amore di Giorgio de Chirico –, con le mostre Histoire de ne pas rire. Surrealism in Belgium al Bozar – al Centro delle Belle Arti di Bruxelles, fino al 16 giugno 2024 – e IMAGINE! 100 Years of International Surrealism – from De Chirico to Pollock, ai Musei Reali delle Belle Arti del Belgio (fino al 21 luglio 2024), oltre a un inedito dialogo tra i mondi immaginari di Magritte e dell’illustratore, pittore e scultore belga Jean-Michel Folon con Magritte-Folon. The Dream Factory al Museo Magritte (che si trova sempre all’interno dei Musei Reali), fino al 21 luglio 2024.

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I 100 anni del Manifesto Surrealista. La mostra al Bozar di Bruxelles

Considerato tra i movimenti artistici più importanti del XX secolo – che ha influenzato tre generazioni di artisti e altrettanti movimenti –, il Surrealismo belga inaugura con i pamphlet del poeta Paul Nougé che costituiscono il nucleo centrale della mostra Histoire de ne pas rire. Surrealism in Belgium, a cura di Xavier Canonne – direttore del Museo della Fotografia di Charleroi – e presentata fino al 16 giugno 2024 al Bozar di Bruxelles. Il movimento belga (a differenza di quello parigino) rifiutava la scrittura automatica e ridimensionava il ruolo dell’inconscio all’intuizione artistica, prediligendo, invece, un umorismo faceto e spesso provocatorio: da qui la scelta del titolo dell’esposizione che, partendo dall’omonimo libro di Nougé (pubblicato da Marcel Mariën nel 1956), racconta attraverso 260 opere (e 75 anni di attività), tra dipinti, disegni, collage, fotografie, e oltre 100 documenti come riviste, manifesti e pamphlet, le interazioni internazionali del movimento e il suo legame con il contesto storico, politico e sociale del tempo. Pensieri e visioni sono frammentati da un allestimento pensato ad hoc da Yves Malysse e Kiki Verbeeck degli URA Architects, in cui le opere sono installate su pannelli temporanei, mentre i testi che accompagnano la mostra sono sulle pareti portanti del museo. Il labirinto scenografico (a tratti disorientante e diviso in 14 sezioni) presenta, tra gli altri, i lavori di Jane Graverol, Marcel Mariën, Rachel Baes, E.L.T. Mesens, Leo Dohmen, Paul Delvaux, così come Max Ernst, Salvador Dalí, Giorgio de Chirico (oltre René Magritte), prestati da circa 50 musei internazionali (come il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, il Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, la Pinakothek München e la Kunsthaus Zürich), fondazioni, gallerie d’arte e collezioni private.

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