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Vari tratti artistici

 

Dipinti vari

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“Ritratto di Sissi, imperatrice d’Austria” – Franz Schrotzberg – 1860, olio su tela
dimensioni 79 x 66 cm. “Liechtenstein Museum”, Vienna

Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, meglio nota come ‘Sissi’, nata duchessa in Baviera, fu imperatrice d’Austria, regina d’Ungheria, regina di Boemia e di Croazia come consorte di Francesco Giuseppe d’Austria. È qui ritratta all’età di 23 anni, l’autore del dipinto è il pittore austriaco Franz Schrotzberg (1811-1889). Nel 1832 espose per la prima volta alcuni ritratti e scene mitologiche. Cinque anni dopo fece un lungo viaggio di studio in Italia, poi, nel 1842, in Belgio. Divenne membro dell’Accademia l’anno successivo. Visitò anche Londra e Parigi. Nel 1850 era uno dei pittori di ritratti femminili più ricercati a Vienna. Tuttavia, il suo stile opulento si rivelò controverso tra i suoi contemporanei. Ebbe la fortuna di fare carriera dipingendo la giovane imperatrice Sissi. Oltre alla pittura, insegnò all’Accademia.

 

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John Singer Sargent, Dr Pozzi at Home is an 1881 oil painting by the American artist John Singer Sargent. The portrait of the French gynaecologist and art collector Samuel Jean de Pozzi was Sargent’s first large portrait of a male subject: it measures 201.6 cm × 102.2 cm (6 ft 7.4 in × 3 ft 4.2 in).

It was the first work that Sargent exhibited at the Royal Academy in London. It was acquired by Armand Hammer in 1967, Hammer Museum, Los Angeles since 1991.

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Leopold Franz Kowalsky (1856-1931). È stato un pittore tedesco di origine francese noto per le sue tele raffiguranti scene di genere, figure e paesaggi. Kowalsky fu allievo di Jean Pillard e Henri Lehmann all’Ecole des Beaux-Arts de Paris. Esibì regolarmente a Parigi dal 1881 a il Salon des Artistes Français.

 

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René Magritte
Pittore belga
“Magia nera” 1945
Olio su tela

Renè incontrò Georgette Berger quando erano entrambi adolescenti. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, i giovani innamorati dovettero separarsi, perché la famiglia della ragazza si trasferì a Bruxelles. Qualche anno dopo, anche René si recò nella capitale. Lì un bel giorno incontrò di nuovo Georgette per caso e non si separarono mai più. La vita di Rene e Georgette era calma e felice. Non avevano figli e sembravano trascorrere tutto il loro tempo in compagnia l’uno dell’altro.

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Bronzino “Ritratto di Dama in rosso”  (1533 circa, Francoforte, Städel Museum)  Ritratto di Dama in Rosso, capolavoro conservato allo Städel Museum di Francoforte, può essere collocato alle origini della ritrattistica del Bronzino: è il primo ritratto importante del grande artista del Manierismo. E ci troviamo già i caratteri del suo genio.

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Henri Matisse, Ragazza con tulipani, 1910, olio su tela, collezione degli eredi.
Jeanne Vaderin, la modella di questo dipinto, era in convalescenza a Issey-les-Moulineaux, dove l’artista prese in affitto una casa nel 1910.
“I miei modelli, le figure umane, non sono mai elementi statici in un interno. Sono il tema principale del mio lavoro”, scriveva Matisse nel 1908. C’è qualcosa di gentile e malinconico, qualcosa di fragile e raffinato nel viso e nella figura leggermente asimmetrica della ragazza che Matisse e sua moglie chiamavano affettuosamente Jeannette.
Fu anche modella per numerose altre opere, tra cui una serie di teste in bronzo.

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Bernard Boutet de Monvel, Autoritratto, Place Vendome, 1932, olio su tela. Figlio d’arte, ricco, dandy, raffinato, colto, sempre elegantissimo, adorato dalla upper-class americana, retrospettivo nei folli anni venti, tratto lucido e asciutto.

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Miniatura tratta dal manoscritto francese sulle buone maniere, il Libro della buona morale di Jacques Legrand, f. 129v, circa 1490, Museo Condé, Chantilly. Vediamo raffigurata una dama elegante, colta nell’atto di far girare una ruota, e al centro quello che sembra decisamente un dettagliato UFO di forma sferica. Gli uomini sulla collina accanto sono spaventati, e il cielo sprigiona numerosi raggi dorati. In realtà la dama è la personificazione della Fortuna. La ruota è uno degli elementi più conosciuti della sua iconografia, ma ad essere forse meno note, sono le associazioni fatte fin dall’antichità fra la dea romana Fortuna (o Tyche per i Greci) e un orbe, una sfera o una palla.

 

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