venerdì, Settembre 20, 2024
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Tra luci e ombre, dove sta andando l’imprenditoria italiana?

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Uno sguardo da Ponte di Domenico Ocone

 

Tempi, quelli attuali, che in futuro saranno ricordati più di altri perché ricchi di contraddizioni. Ancor più di quanto non lo fossero nella routine dei giorni che l’ umanità affrontava fino a un lustro fa. Andando un pò più a fondo nell’ analisi dei comportamenti, si ha l’idea che stia succedendo qualcosa del genere di quanto aveva a suo tempo eletto a pensiero guida Giovan Battista Vico, i corsi e ricorsi della storia.

In campagna hanno da quel dj ridimensionato il tutto in “dopo il sole arriva la pioggia e viceversa”. Talvolta aggiungendo, per dare maggior forza a quel pensiero, “da quando è Iniziato il mondo fino alla sua fine”. Che sta succedendo a ogni latitudine, questa la domanda che serpeggia tra l’umanità. In Medioriente si sta verificando qualcosa che ha superato per l’orrore che provoca- è quanto dire! -la strage degli innocenti ordinata da Erode. Almeno stando alle scritture sacre, quelle giunte senza correzioni fino a questi tempi. Con una differenza quasi scontata: quelle sono rimaste un episodio negativo come è giusto che venga ricordato, quello attuale, per la velocità con cui sta salendo la sua violenza, cioè vertiginosamente,in buona parte del Medioriente, è suscettibile di essere superato giorno dopo giorno.

Resta immutato solo il teatro dove sono andati e vanno ancora in scena quei massacri. Sono anche altre le situazioni che faranno si che, per ora limitate alla prima metà del terzo decennio del secolo, l’attenzione delle generazioni future le prenda nella dovuta considerazione. Non passeranno sotto silenzio sia quanto sta avvenendo in agricoltura, sia tutto ciò che riguarda il mondo dell’ industria. Tanto perché la linea di confine tra quelle due attività va riducendosi sempre più velocemente.

Per non uscire fuori dal terreno seminato, è bene prendere in osservazione solo quanto sta accadendo nella UE. Dando precedenza all’agricoltura, la manifestazione in atto non ha precedenti in assoluto. Andando indietro con l’analisi fino all’ inizio dello scorso secolo, le “masse rurali”, come con enfasi sarebbero stati definiti in seguito i braccianti, precisamente nel periodo fascista- se ne ha idea nel dipinto Quarto Stato -non differivano molto dalle “anime morte” descritte da Gogol. Erano quelle che popolavano le grandi estensioni terriere della Russia degli Zar. Quelle occasioni sporadiche, quando decidevano di ribellarsi, non possono essere paragonate nemmeno da lontano a quanto sta accadendo attualmente, nelle campagne come nelle città della UE.

Non solo perchè in quel tempo I trattori non esistevano ancora, quanto perché era il lavoro nei campi, che solo più tardi avrebbe riguadagnato il nome che lo distingueva già nella Roma imperiale, Agricoltura, a essere considerato una sottospecie delle arti e dei mestieri del tempo, così denominati fino all’ inizio dell’ età repubblicana. Con l’augurio che quella in corso resti una manifestazione costruttiva nonostante il verificarsi di episodi di civile disaccordo. Sarà necessario che gli strappi vengano ricuciti al più presto, perchè non venga compromessa la stabilità del covone (le direttive per un nuovo corso del settore) che si sta realizzando nei punti nevralgici della UE. Una breve chiosa: la protesta dei trattori sta dilagando anche in altre realtà socioeconomiche, una per tutte l’India.

In Italia, per quanto sta facendo per elevarsi la realtà contadina, l’ esatto inverso sta prendendo piede nel mondo dell’ imprenditoria. Per non addentrarsi in eventi analoghi d’ oltreconfine, anche se altrettanto presenti un pò dappertutto sono presenti “perle” simili a quelle nostrane, è bene fare riferimento a quanto di particolarmente sopra le righe sta accadendo all’ interno dell’ imprenditoria casereccia. Partendo dal culmine della piramide della rappresentanza più significativa di quel settore, la presidenza di Confindustria, l’iter per il rinnovo tra qualche mese di quella carica sembra al momento piuttosto travagliato. Nonostante ciò, il tutto sta seguendo una procedura in uso da tempo, quella di lavare in casa i panni sporchi. Qualche discussione animata in più, sempre a Roma, comunque all’ interno di Viale dell’ Astronomia. Ben diverso è lo stato dell’arte in famiglie imprenditoriali con le quali tanto, ma non tantissimo, tempo addietro si poteva identificare il Paese. Non è tanto la perdita di ruolo, non solo nei patri confini, quanto la mancanza di un ogni coinvolgimento nelle attività produttive che si riferiscono agli stessi. Chi credeva che personaggi del genere esistessero solo nella fantasia marxiana e di quanti attingono a quella fonte, avranno dovuto ricredersi.

Meglio stendere un velo pietoso e considerare che altre forme di capitalismo di tipo familiare, anche se solo alla seconda generazione, hanno dato e danno esempio di forte coinvolgimento con quanti collaborano con loro. Gli stabilimenti sparsi per il mondo fanno comunque capo all’ Italia, nazione a cui la proprietà dà senza tentare di estorcere nulla. In un giornale di enigmistica quanto esposto basterebbe per identificare il nome giusto per riempire quelle caselle. Si riferisce a quello della famiglia del Cavalier Leonardo Del Vecchio, ora a quello degli eredi, coinvolta completamente nella gestione della loro creatura, la Luxottica. Essa è una vera eccellenza del Made in Italy, meglio un biglietto da visita del Bel Paese realizzato da Pineider. Non serva per confermare, ma solo per riflettere,che in Italia e non solo sono state presenti in ogni epoca figure del genere del Cavaliere dell’ Ottica. In tempi più recenti (anni ’60) un’ altra figura del genere fu l’Ingegnere Adriano Olivetti. Oltre alle sue qualità imprenditoriali, l’Ingegnere di Ivrea giá in quegli anni concepiva la fabbrica a misura d’ uomo. Di conseguenza il benessere del lavoratore doveva essere tenuto in prima fila dall’ imprenditore.

Sfortuna volle che, in treno per raggiungere Genova, fu trovato morto, e non si è mai saputo come fosse accaduto realmente. Un vero peccato, sia per la dipartita di un personaggio di spicco dell’ imprenditoria del tempo, sia perchè la ricerca della moderna generazione di calcolatori elettronici, dovette fare i bagagli e trasferirsi oltremare. Ciò non toglie che le radici della stessa siano rimaste tra Piemonte e Liguria e poi Campania.

Probabilmente, se ciò non fosse successo, il loro identificativo sarebbe stato coniato in lingua italiana. Elaboratore, ancora oggi, non stonerebbe.

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