giovedì, Settembre 19, 2024
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La manifestazione con i trattori: senza tante parole, direttamente al problema

Appunti e spunti da Ponte di Domenico Ocone

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Per definire l’atteggiamento di quanti coltivano la terra, spesso alla parola contadino si aggiunge la specifica “scarpe grosse e cervello fino” .Talvolta l’animo di chi pronuncia quella specie di giudizio non è ammirato, al contrario è accompagnato da sufficienza.

Tanto basta e avanza per dare un segno di quanto ampia sia la scollatura creatasi tra quella componente della popolazione e la restante parte che vive altrove. Che sia in corso un accenno di ritorno alla terra da parte di inurbati stanchi dei ritmi convulsi è senz’altro vero, ma il processo è lento, certamente più dell’andatura dei trattori.

A proposito di quei macchinari da lavoro veri e propri, in questi giorni in tutta la UE stanno facendo sentire il loro rombo potente ma anche tranquillizzante, al contrario di quello angosciante dei carri armati. In Italia poi la marcia dei trattori ha assunto connotazioni che definire plateali non rende a sufficienza l’ idea di quanta complicità essa abbia innescato nel resto degli italiani.

Un episodio che da solo caratterizza la valenza appena accennata è giunta anche dai vari servizi televisivi. In uno è stato ripreso il sindaco di un paese che, con il vestito buono completato dalla fascia tricolore e un sorriso sereno stampato in viso, dal bordo della strada salutava la colonna dei trattori diretta a Roma.

A chi ha un bel po di primavere sulle spalle, sarà ritornata in mente la canzone di Lucio Battisti che descriveva un viaggio a Roma, quella volta a cavallo. Se condivisa, questa breve esposizione dei fatti evidenzia un’ importante prerogativa della popolazione dei campi: la concretezza nell’ agire, quindi più fatti e meno parole.

E i risultati stanno cominciando a venire fuori, proprio dalle postazioni più alte della UE, a Bruxelles e a Strasburgo. In effetti quella gente non reclama altro che di ottenere una normativa che regoli specificamente la loro produzione con il rispetto delle leggi di mercato. Tanto permetterà loro di seguire una condotta più consona alle loro attività, che dovrà essere di agevole comprensione oltreché di facile applicazione. La protesta che sta coinvolgendo l’ intera UE è in procinto di raggiungere anche l’attenzione di una platea molto particolare, quella del pubblico del festival di Sanremo.

Anche in quella cittadina gli agricoltori in agitazione arriveranno con i trattori e, molto probabilmente, porteranno con loro sul palcoscenico esemplari del mondo animale e di quello vegetale. Proprio il mondo animale, in questo particolare frangente, dal presentarsi del virus Covid alle guerre in corso, pone al centro della scena, questa volta quella della realtà quotidiana, dei problemi molto spinosi come il fabbisogno finanziario per l’ acquisto di mangime.

È innegabile che molti allevatori non riescono a raggiungere la soglia di economicitá, cioè a coprire tutte le spese sostenute per ottenere un litro di latte, anche rinunciando al proprio compenso. Si badi bene che esso non è riferito all’utile, ma al compenso che l’allevatore dovrebbe corrispondere a altri se non svolgesse personalmente quel lavoro.

Precisando che gli animali, come chi li accudisce, mangiano anche a Natale e a Capodanno, come a Pasqua e a Ferragosto. Più o meno simile puntualità esige il mondo vegetale, a pena di diventare inadatto all’ alimentazione umana. Da quanto riportato fin qui, chi legge sarebbe orientato a pensare che quei lavoratori verdi abbiano il coltello tra i denti, pronti a passare quanto prima alla violenza fisica. Al contrario, nonostante il numero dei trattori attesi a Roma sia stimato intorno ai 2.000, oltre a alcune dimostrazioni che potrebbero passare per scherzi di Carnevale sotto mentite spoglie -il periodo è quello giusto- non sono fin’ora sfociate in scontri fisici veri e propri. Chi vivrà vedrà. Una riflessione è doverosa fare, tra il serio e il faceto.

Quanti e dovunque volessero organizzare un colpo di stato, facendo voti che non succederà mai, farebbero bene a accordarsi con gli agricoltori: a circondare i luoghi del potere si sono dimostrati più che efficienti. L’ unica controindicazione sarebbe che, per sua natura, la gente dei campi non è violenta

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